Le emissioni piacciono alla politica
Non vi pare che si parli eccessivamente e spesso a sproposito di emissioni, e troppo poco di sicurezza? Il secondo tema, non meno importante, balza alla ribalta soprattutto quando accade una tragedia. E vai con i soliti commenti sulla distrazione, i selfie al volante, la guida sotto gli effetti di alcol e droghe, la velocità elevata, le buche, i guard-rail killer. Due o tre giorni di dibattito serrato, quindi il silenzio, in attesa della nuova disgrazia. Di notizie su emissioni, auto elettriche, dati sulla mobilità, colonnine, anidride carbonica e ossidi di azoto le cronache ne sono invece strapiene. Non passa giorno che questo o quell’istituto diffonda il suo punto di vista sulla mobilità green. L’effetto è che si accavallano numeri e stime. E a vincere è il caos, soprattutto nell’opinione pubblica, tirata per la giacchetta da chi ha interesse a pompare una motorizzazione piuttosto che un’altra. Chi avrà ragione? Veramente dal 2040 cambierà tutto?
Il “green” e le tante strumentalizzazioni
La verità è che il green, il fatto di cavalcare posizioni di comodo, bloccare in toto il traffico, sparare numeri a effetto sulla mobilità a zero emissioni e colpire la popolazione con allarmi esagerati, fanno solo parte di un preciso disegno politico. Quello di strumentalizzare la mobilità a motore è ormai un mezzo di pressione che serve ad accaparrarsi voti, in quanto fa presa sulla gente. Impressiona. Parlare, invece, con più assiduità di sicurezza stradale e infrastrutture, probabilmente rende meno come impatto, in quanto mette a nudo carenze e ritardi colpevoli del «sistema». Se si vuole veramente bene ai polmoni degli italiani si punti con decisione a un piano che rinnovi nel giro di pochi anni il parco auto più vecchio d’Europa (milioni di famiglie non sostituiscono il proprio veicolo non per pigrizia, ma perché non hanno i soldi per farlo). Parlare solo di sostegni (che pure occorrono) per l’automobile elettrica non aiuta a raggiungere questo preciso obiettivo. Nella situazione in cui ci si trova è importante guardare all’immediato. E la sicurezza? Si cominci a rendere obbligatori i sistemi di assistenza alla guida (l’Unione europea è favorevole). E si intervenga su cavalcavia e ponti pericolanti. Prima che sia troppo tardi.