Le città senza auto? Sogni d’oro, caro Sala & C
Beppe Sala vuole da qui a una decina di anni, o forse meno, una Milano senza auto? Gli auguriamo sogni d’oro. Saranno almeno 20 anni che ambientalisti e politici che fanno del green la loro bandiera si sono posti come traguardo la «città senza auto». Il risultato è che oggi, nel 2017, si continua a discutere sullo stesso argomento. Parole tante, fatti scontati. La città che il sindaco Sala sogna non è irrealizzabile. Basterebbe costruire una nuova Milano accanto a quella attuale, chiamandola magari Milano 4.0, una vera Smart City (termine abusatissimo), cioè città intelligente, dove a regnare è un trasporto pubblico a emissioni zero, capillare e ultra connesso, le strade sono tutte cablate, la circolazione dei mezzi autorizzati (elettrici) è completamente a guida autonoma, i semafori sono sostituiti da sensori anti-traffico e l’energia per alimentare le batterie dei veicoli proviene solo da fonti rinnovabili.
Tutto bello, a parole…
Tutto pulito e ordinato: zero caos, zero incidenti, zero parcheggi (quelli esistenti sono tutti automatizzati e resi invisibili), zero smog e aria da montagna. Bello, eh? Peccato che tutto questo rimanga a livello di rendering da mostrare ai tanti convegni che si concludono con le solite promesse di politici e amministratori. Caro sindaco e cari sindaci che sognate la «città senza auto», finora, per accontentare il vostro bacino elettorale, non avete fatto altro che adottare politiche punitive nei confronti degli automobilisti. E cercato di risolvere il problema del traffico con un colpo di ramazza: via i parcheggi da piazze o strade (i radical-chic che abitano in centro ringraziano), strisce blu ovunque, marciapiedi più larghi anche se si rischia di creare imbottigliamenti, piste ciclabili le cui dimensioni spesso sono simili a quelle di una normale corsia stradale. Non è così che si risolvono i problemi. È troppo facile prendersela con l’automobile e i motori diesel, facendo finta di non sapere che quelli di nuova generazione hanno livelli di emissioni bassissimi. Senza dimenticare le zone a traffico limitato rese a pagamento anche per i veicoli a gas, gli stessi fino a poco tempo fa «sponsorizzati» da molte amministrazioni green.
Strategie scontate, serve altro
La tecnica non cambia: si spazza via il problema dal centro per accumularlo in altre aree. Inevitabile. E poi, dottor Sala, avete pensato a dove potranno parcheggiare i residenti nei punti in cui l’auto sarà off limit? È vero: ci sono il car sharing, il carpooling, il bike sharing che possono agevolare i vari spostamenti. Ma prima di pensare a fare piazza pulita di tutte le auto, come se il problema fosse solo quello, si creino quelle infrastrutture indispensabili per avvicinarsi sempre più – e realmente – al modello Smart. E lo stesso vale per il trasporto pubblico che dev’essere potenziato e messo nelle condizioni di dialogare con l’intera, quando (?) sarà attiva, l’infrastruttura. È troppo facile prendersela con i soliti noti e lanciare allarmi smog a ripetizione. L’auto, che è già entrata nel mondo 4.0, comunque, non sparirà.