Il 2021 segnerà una decisa crescita della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale, che raggiungerà quota 35 milioni di tonnellate (cifra record negli ultimi 10 anni): +10% rispetto al 2020 e addirittura +57% rispetto al 2016. Dopo oltre un decennio di interminabile calo, dovuto alla prolungata assenza di lavori, l’anno in corso sta finalmente certificando il ritorno ad adeguati livelli delle attività di manutenzione, un segnale positivo per la sicurezza e per l’intera filiera. Il recente boom dei costi delle materie prime potrebbe mettere a rischio questa ripresa.
La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione Siteb – Strade Italiane E Bitumi – e resa nota in occasione di Asphaltica, il Salone dedicato alle tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza e infrastrutture viarie, promosso dall’Associazione e da Veronafiere.
La produzione di bitume a settembre, stando agli ultimi dati disponibili, ha registrato un significativo +24% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Pur ipotizzando un calo fisiologico delle attività di qui alla fine dell’anno, la produzione di conglomerato bituminoso a fine anno si stima si attesterà intorno a 35 mln di tonnellate con un + 10% rispetto al 2020.
Per il settore dei lavori stradali si tratta di un vero ritorno ai livelli pre-crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade avevano toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto.
Il valore della produzione potrebbe a fine avvicinarsi ai 3 miliardi di euro (+13,% rispetto al 2020 e +90% rispetto a 5 anni fa). In segno positivo anche il numero degli addetti direttamente coinvolti che lentamente continua a risalire fino a 35.000 unità, che salgono a 500mila se si considera l’intero indotto, a fronte di un numero di impianti di produzione tornato a quota 400, come nel 2016.
“Il mondo delle strade, dopo una prima leggera ripresa nel 2017, ha vissuto negli ultimi tre anni un significativo sviluppo. I fondi messi in campo dal PNRR, pur se destinati anche ad altre infrastrutture, potrebbero fare da volano per una ripresa anche di questi investimenti”, ha evidenziato il presidente Siteb, Michele Turrini, nel corso dell’evento di apertura della manifestazione, “Il mercato relativo alla produzione di conglomerato bituminoso potrebbe in un futuro non lontano tornare sui valori pre-2006 (ovvero quelli ante crisi economica) cioè sui 40 mln di ton. Fin qui le note positive. Gli aspetti negativi riguardano l’inaspettato aumento delle materie prime che ha raggiunto valori mai registrati in passato e che potrebbero vanificare tutti gli sforzi finora compiuti per rilanciare un settore che da anni non vedeva una così massiccia dose di investimenti. Il settore delle costruzioni pubbliche non è soggetto a revisione prezzi per cui le imprese non possono richiedere un aggiornamento sui costi dei materiali (acciaio, cemento e bitume hanno subito nel corso dell’anno aumenti non prevedibili). Per questo abbiamo chiesto al Governo di mettere in campo per il settore un meccanismo di compensazione simile a quello posto in essere nel primo semestre del 2021 per i materiali da costruzione che hanno subito un incremento superiore all’8%”.