L’auto del futuro per gli italiani è ibrida e sempre più connessa
Sul mercato internazionale del settore Automotive rallenta l’entusiasmo dei consumatori nei confronti della tecnologia a guida autonoma. Al tempo stesso però si rafforza la preferenza verso la mobilità ibrida/elettrica, trainata soprattutto dai Paesi orientali (Cina e Giappone) e dall’Italia (al primo posto in Europa). Il nostro Paese si distingue inoltre per una maggiore predisposizione alla connettività a bordo dei veicoli, in netto contrasto rispetto agli altri Paesi europei dove prevalgono i timori legati alla raccolta dei dati personali. Questo è in sintesi quanto emerge dall’articolo di Deloitte Italia “L’auto del futuro, secondo i consumatori” basato sui risultati della Global Automotive Consumer Survey di Deloitte con uno specifico focus sull’Italia, che ogni anno coinvolge oltre 20.000 consumatori in 17 Paesi. Di seguito, più nel dettaglio, i principali insight tratti dall’articolo.
Nel 2018 quasi un terzo degli italiani (29%) continua a ritenere ”non sicura” la tecnologia a guida autonoma, in linea con il resto del mondo. Per più di 1 italiano su 2 (53%) le notizie di incidenti hanno influito sulla sicurezza percepita dei veicoli a guida autonoma. Il 63% delle persone vorrebbe un livello di controllo “molto elevato” da parte di governi e istituzioni sulla tecnologia a guida autonoma, sulla quale cala in tutti i Paesi la preferenza per i player tradizionali: in Italia scende dal 51% al 36%. I brand tecnologici, infatti, guadagnano consensi per portare la tecnologia a guida autonoma sul mercato: in Italia salgono dal 26% al 30%.
“L’interesse dei consumatori per la tecnologia a guida autonoma ha subito un brusco rallentamento a livello globale – osserva Giorgio Barbieri, Senior Partner Deloitte e Automotive Sector Leader – ma i dubbi e i timori relativi alla sua sicurezza potrebbero essere alleviati dal rafforzamento degli standard qualitativi e dalla formulazione di un nuovo quadro normativo, per il quale i governi dovrebbero assumere un ruolo di leadership. Ciò consentirebbe, inoltre, all’industria automobilistica di convergere verso standard chiari e soluzioni tecnologiche condivise, riducendo al contempo i costi di compliance normativa”.
Italia ai primi posti al mondo come preferenza per la mobilità ibrida/elettrica (41%), dietro solo a Cina (46%) e Giappone (44%). Negli Usa la mobilità ibrida/elettrica registra un ruolo marginale (22%), grazie al minor costo dei carburanti tradizionali. Dichiara Barbieri: “Vale la pena sottolineare il fatto che i consumatori italiani si dimostrano più aperti ed entusiasti, rispetto alla maggior parte degli altri Paesi, nei confronti del nuovo trend della mobilità ibrida/elettrica. Compito dei player tradizionali è saper innovare e continuare a investire in R&S per cogliere questa opportunità e non rimanere indietro rispetto alla futura crescita del comparto a livello mondiale”.
L’Italia registra una delle preferenze più alte (60%) a livello mondiale per i veicoli connessi, davanti a Stati Uniti (47%), Uk (45%), Francia (36%) e Germania (35%) . Gli italiani, in proposito, sono i meno preoccupati al mondo (31%) per la raccolta dei dati personali a bordo dei veicoli connessi. Il 72%, infatti, (1° posto in Europa) sarebbe disposto a pagare un sovrapprezzo per una maggiore connettività a bordo
Osserva infine Barbieri: “A livello globale, i consumatori potrebbero non essere pronti a pagare un sovrapprezzo per la maggiore connettività a bordo, soprattutto a causa delle preoccupazioni legate alla raccolta dei dati personali; l’Italia si muove però in contro tendenza, rivelando una predisposizione nettamente più alta rispetto agli altri Paesi. La chiave per realizzare una mobilità sempre più connessa risiede nella capacità di coinvolgere soprattutto i consumatori più giovani, invitandoli ad adottare le soluzioni più innovative e a consolidare il trend sul mercato; tutto ciò nell’ipotesi che i vari player del mercato possano continuare a investire abbastanza a lungo per consentire a questa trasformazione del mercato di realizzarsi intercettando le reali esigenze dei consumatori”.