L’Antitrust ha mai comprato (o noleggiato) un’auto?
di Riccardo Bellumori (www.inforicambi.it)
L’Agcom, cioè l’Authority Antitrust, ha aperto, con il provvedimento 26567, una istruttoria verso il sistema di finanziamento erogato delle cosiddette “Captive”, le finanziarie cioè delle Case Auto: dal 2003 a oggi si sarebbero compiute condotte tali da alterare le dinamiche competitive tra le Società finanziarie delle Case Auto, nella erogazione dei finanziamenti, e da influenzare la stessa autonoma determinazione dell’auto preferita. Le Case Auto si sono dunque davvero accordate per “addormentare” il mercato e le dinamiche concorrenziali? Quando quasi tutti i marchi propongono “36 mesi, Assicurazione e Manutenzione inclusa, poi decidi se tenerla-cambiarla-restituirla”, lo fanno insomma in base a un cartello o c’è dell’altro?
L’indagine del 2015
L’Istruttoria, a ben vedere, fa il paio con la vecchia indagine aperta da Agcom nel 2015 verso Aniasa per verificare se le imprese di autonoleggio associate avessero provocato un’alterazione delle dinamiche di concorrenza attraverso accordi e pratiche commerciali concordate al di fuori di una libera e fisiologica concorrenza. Aniasa poche settimane fa ha comunicato non essere state rilevate prove dell’ipotesi in istruttoria. Questo per il settore del NLT. In tema di finanziamenti, se posso parlare da ex venditore, fatto salvo ogni diritto dell’Agcom di indagare come crede, mi sento di dire che l’Authority sta prendendo un granchio clamoroso. Ipotizzando da subito che – nella sua Indagine – abbia tenuto in debito conto nell’istruttoria delle segmentazioni di mercato e delle diverse categorie in cui combattono i diversi marchi, ritengo opportuno ricordare alcune questioni essenziali.
Cosa vuol dire oggi “Finanziamento Auto”?
Un moderno “sistema di acquisto auto” si può analizzare in questo modo:
- Il periodo massimo della durata dei nuovi sistemi di acquisto prevede quasi generalmente 36 mesi? Si, poiché a questi segue un valore “sospeso”, corrispondente in termini ponderati al prevedibile valore di acquisto del mezzo alla fine del periodo prestabilito, che razionalmente non supera i 3 anni;
- In questa formula, Tan e Taeg “mascherano” i parametri finanziari sottostanti alla presenza – dentro al finanziamento – sia del valore futuro “sospeso”, sia degli elementi a protezione dello stesso (garanzia, piano manutenzione e assicurativo) : queste voci accessorie tuttavia non sono legate allo specifico modello di auto venduta, ma sono generali per un comparto merceologico e, dunque, “appiattiscono” i diversi valori a confronto.
Ne deriva, da questa semplice analisi, che i parametri classici (Tan, Taeg, piani rateali, etc…) sono diventati dunque da denominatori essenziali di un classico piano finanziario a coordinate collaterali di un insieme di componenti (pacchetti assicurativi, piani di manutenzione e garanzia, ad esempio) che operano per la maggior tenuta del valore del mezzo all’atto della rivendita: per un confronto tra i diversi “piani finanziari” offerti dalle “captive” si deve prescindere dalle sole tre direttrici fondamentali canoniche (tasso, durata, vincoli contrattuali) e si dovrebbero assumere altri parametri ponderati.
Esiste un “Cartello” sui finanziamenti ? O è un falso problema ?
Per quel che riguarda l’eventualità di un “cartello”, la questione si fa più complessa: in Italia, dopo la rivoluzione “IdeaFord” lanciata nel 1994 con la Scorpio, il “finanziamento auto” è passato da supporto di acquisto a modello di gestione del prodotto auto finalizzata alla mitica “fidelizzazione” tra cliente e Casa madre. Su questo aspetto c’è poco da dire, data la complessità dei sistemi finanziari delle finanziarie automobilistiche. Il problema è che in questo scenario tra Casa madre e concessionario si crea un “circolo vizioso” dove la scelta preferenziale deve quasi inevitabilmente cadere sul prodotto “captive”. Eppure la fine delle esclusive di zona, e di altri “trust” caduti grazie alla famosa “Legge B.E.R.- Block Exemption Rule” dovrebbe aver cancellato modalità vecchie come il mondo. La concessionaria che voglia offrire al proprio Cliente un supporto finanziario alternativo alla “captive” è ancora oggi visto come un eretico da educare. Su questo non so se l’Antitrust ha provvedimenti da assumere. Ma forse questo rimane il problema discriminante.
L’autore Riccardo Bellumori si presenta
“Da ex venditore e responsabile di salone in una delle più professionali concessionarie Italiane sono diventato un Comunicatore e Formatore su tutto quello che gira intorno al mondo dell’auto. Credo nelle potenzialità della Rete e nella forza dei Blog come nuove piattaforme di divulgazione. Da sempre dalla parte degli automobilisti che lo Stato italiano non si stanca di spremere come limoni…..”.