Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione
La mobilità 4.0 tra normativa, ambiente e innovazione, dibattito a Rimini con Federmotorizzazione
di Valerio Boni
Rimini Fiera, in occasione del primo Salone «Planet Off Road», ha ospitato un talk-show nel quali relatori qualificati hanno esplorato il presente e il futuro del comparto automotive. “Mobilità e Innovazione 4.0. Una sinergia sempre più forte fra dealer, macchine, commercio e web”, il tema del dibattito organizzato da Federmotorizzazione e Confcommercio Rimini, all’interno del quale sono stati presentati i risultati di due studi di settore, che analizzano rispettivamente l’andamento del mercato sempre più condizionato dal diverso approccio dei consumatori e l’atteso arrivo in forze dei veicoli a emissioni zero. Ad animare il talk-show il giornalista Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive e responsabile di Fuorigiri (motori.ilgiornale.it).
L’analisi di Format Research
Daniele Serio, direttore di Format Reserch ha così esposto i dati dell’Osservatorio semestrale che analizza il livello di fiducia delle imprese, ma anche il necessario processo di innovazione in continua rivoluzione. Le circa 130.000 imprese associate hanno confermato anche nel secondo semestre 2016 che pur incidendo numericamente solo nella misura del 20%, i rivenditori contribuiscono con l’83% del giro di affari del comparto. «Quello dell’automotive è un settore allineato con la caratteristica tutta italiana di essere composto in prevalenza da microimprese, composte nel 92% dei casi da meno di 10 addetti. E il lento ma costante miglioramento delle vendite sta facendo crescere la fiducia, un elemento determinante per favorire gi investimenti, che in questo settore devono essere prevalentemente concentrati nell’aggiornamento delle tecniche di vendita e di approccio con il cliente. Il consumatore è più preparato, quindi necessita di una comunicazione personalizzata, fornita da personale appositamente formato, oltre che di un attento servizio post vendita. A questo proposito stanno cambiando anche i criteri di selezione del personale, e le competenze personali valgono oggi più dell’esperienza che fino a ieri era elemento imprescindibile: 48,7% contro il 30%».
Da AlixPartners il punto sul “green”
La seconda ricerca presentata è quella di AlixPartners, introdotta dal managing director Dario Duse, che parte dal “post dieselgate”. Lo scandalo ha confermato una volta di più quanto consumi ed emissioni in condizioni di guida reale si scostino da quelli richiesti in fase di omologazione e ciò significa che, a fronte di un taglio richiesto dell’84% delle emissioni di NOx per i diesel dall’Euro 3 all’Euro 6, si sia arrivati al 40%. Mentre per quelli a benzina i costruttori si troveranno a dover raggiungere obiettivi di contenimento di CO2 fino a tre volte superiori a quelle previste. «Con questi presupposti, si prevede che il differenziale tra i costi per rendere più efficienti i motori a scoppio e quelli per produrre veicoli elettrici si ridurrà rapidamente. Le piccole auto a emissioni zero saranno sempre più convenienti a partire dal 2020, e dal 2030 si prevede che le tecnologie impediranno di rendere più “puliti” i motori termici. Così si può ipotizzare che le quote di vendita delle auto alimentate a gasolio precipiteranno dall’attuale 50% al 9%». Tuttavia già da oggi è evidente un ritardo delle infrastrutture di ricarica rispetto all’evoluzione del parco circolate elettrico, che pure procede lentamente: nel 2012 c’erano 5 auto per ogni punto di ricarica, oggi sono già 6,6. Per prepararsi al futuro servono investimenti pesanti, almeno 3.7 miliardi di euro nei prossimi 15 anni.
Il web e l’automotive secondo “Quattroruote Professional”
Come anticipato dalla ricerca di Format Research, non cambiano solo le auto, ma anche il modo di venderle e di comprarle, con il supporto di tencologie adeguate. L’intervento di Fabio Uglietti, di “Quattroruote Professional”, ha innanzitutto sottolineato il ruolo della formazione per chi vende, poiché se nel 2005 un potenziale acquirente visitava da una a due concessionarie, oggi dedica il 75% del tempo alla ricerca sul web. Ma ciò non significa che la relazione con la concessionaria sia destinata a sparire, anzi. «La prima cosa da fare è progettare piattaforme pensate per la ricerca attraverso lo smartphone, mentre attualmente troppi siti sono impostati in modo non corretto e la navigazione diventa un’esperienza tragica per il consumatore. Servono cookies personalizzati, in grado di riconoscere immediatamente chi entra nel sito mettendolo a proprio agio con messaggi dedicati, senza dimenticare che Gran Bretagna e Stati Uniti insegnano che un video breve, ma ben fatto, vale più di molte parole». Ci sono poi due punti importanti: l’opportunità di inserire recensioni online, perché pochi scrivono ma molti leggono, e la possibilità di verificare le reali percorrenze del veicolo, per evitare truffe. A questo proposito sarebbe necessario introdurre il rilevamento dei km percorsi in fase di revisione periodica obbligatoria dei veicoli.
Gandolfi (Pd): «Per l’auto tassa sull’utilizzo non sul possesso»
Paolo Gandolfi, urbanista e membro della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha voluto analizzare la mobilità sotto un punto di vista diverso, affermando che il problema del traffico urbano non dipende esclusivamente dal numero di auto, ma in primo luogo dall’assenza di pianificazione e di infrastrutture che oggi non possono essere aggiunte alle metropoli italiane. «Il punto non è fare guerra all’auto, ma al contrario identificare regole per favorirne l’uso nel modo migliore in funzione delle situazioni. Se le tasse di circolazione non fossero gestite dal ministero delle Finanze per far quadrare i conti, ma dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, si potrebbe introdurre un innovativo pagamento della tassa non legato al possesso, ma all’utilizzo. Per questo in realtà ci sono già le accise sui carburanti, ma non è giusto che chi abita in una zona priva di trasporti pubblici sia obbligato a pagare le stesse imposte di chi vive in aree ben servite». Gandolfi ha poi aggiunto che oggi il 30% del traffico è generato da automobilisti alla ricerca di un parcheggio, e che dobbiamo rassegnarci al fatto che sia ormai un’illusione pensare che si possa continuare a utilizzare gratuitamente spazi per lasciare in sosta grossi oggetti pieni di tecnologia. Senza mai perdere di vista il problema della sicurezza, perché se non ci sono statistiche precise sui morti per inquinamento, è ormai consolidato che gli incidenti sono da anni la prima causa di morte per gli italiani maschi sotto i 50 anni.
Il decalogo di Buongiardino (Federmotorizzazione)
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione ha concluso i lavori ricordando che la crisi tra il 2008 e il 2014 ha praticamente dimezzato la rete di concessionarie, e che la ripresa in atto (+17,3%) è dovuta principalmente alle auto aziendali e al noleggio a lungo termine, non alle vendite ai privati. Ma la mappa nazionale delle immatricolazioni non è omogenea, perché le flotte concentrano le immatricolazione nelle province dove l’Ipt è più bassa. «Per fare in modo che il mercato riprenda il ritmo fisiologico è necessaria una serie di interventi, il primo tra i quali è rappresentato da una più corretta ripartizione dell’Iva, che non può essere scaricata toralmente sull’utente finale. Bisognerebbe quindi armonizzare l’Ipt, eliminando le complicazioni che derivano dal mancato adeguamento di alcune province, ma anche cancellando il superbollo, che ha generato più danni che benefici. Sappiamo poi che iniziative come la rottamazione sono poco utili e dovrebbero sparire, lasciando il posto a bonus fiscali, come quelli previsti per elettrodomestici e ristrutturazioni, che fanno bene al mercato se non si esauriscono e portano reali vantaggi agli utenti. Senza dimenticare che andrebbero cancellate iniziative territoriali non omogenee, come quella che prevede il pagamento per i veicoli alimentati a gas che entrano nel centro di Milano».