La missione di Volvo: 1 milione di vite da salvare

di Roberta Pasero

A million more. Un milione in più. Un milione di vite da salvare sulle strade è l’obiettivo di Volvo, da sempre all’avanguardia per la sicurezza. Da aggiungere al milione e 300mila persone salvate grazie alle cinture di sicurezza che proprio il marchio svedese inventó nel 1959 e mise a disposizione gratuitamente di tutti i brand automobilistici. Ma come ci riuscirá? Anche con scelte giudicate a volte impopolari come autolimitare la velocità delle sue vetture a 180 km l’ora. O dotarle di una microcamera per filmare chi è al volante e capire dal linguaggio del corpo se è distratto anche soltanto da un pensiero. O con la Care key, una chiave che consente ai genitori di impostare una velocitá massima se l’auto la guidano i figli.

“Come capita quando si introducono innovazioni un po’ costrittive non sempre le reazioni sono positive, ma accadde lo stesso con le cinture di sicurezza che vennero persino ritenute un attacco alla libertà personale”, commenta Michele Crisci, presidente e ad di Volvo Car Italia. “Quindi non ci fermiamo e puntiamo all’azzeramento di morti e feriti sulle strade”. Una sfida per il Centro sicurezza Volvo di Goteborg dove da 20 anni almeno un’auto nuova ogni giorno viene distrutta nei crash test e nelle simulazioni per arrivare ad un livello di sicurezza che punterà anche alla salute di conducente e passeggeri, come ha sperimentato Volvo Olanda: qui 25 auto dotate di defibrillatore hanno salvato 200 vite.

“La sicurezza stradale é un obiettivo da raggiungere educando anche le giovanissime generazioni, ovvero gli automobilisti di domani. Lo facciamo con il progetto Icaro, lezioni di prevenzioni itineranti adottate da diversi altri Paesi europei”, spiega Federica Deledda, vicequestore della Polizia di Stato e dirigente della Polstrada di Cremona, che condividono con Volvo la mission di azzerare incidenti dovuti soprattutto a distrazione, mancato rispetto della precedenza e velocità elevata. “Oltre alla pessima abitudine di affidare ai neopatentati auto vecchie prive di sistemi di sicurezza che possono aiutare un guidatore inesperto, bisogna combattere la nuova dipendenza dai social: la paura di essere scollegati porta troppo spesso chi é al volante a comportamenti pericolosissimi: per esempio scattarsi un selfie richiede in media 14 secondi che a 100 km/h significa percorrere 400 metri senza gli occhi sulla strada. Il che dimostra come la tecnologia delle auto sia importante, ma i comportamenti umani lo siano ancora di più”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *