La minaccia incombente del “deserto dei profitti”
di Andrea Cardinali*
L’industria automotive europea soffre di problemi già attuali, come il calo della domanda continentale e la frenata della locomotiva tedesca (che può trascinare in basso l’intera UE), ma anche di minacce incombenti quali la temuta “no deal Brexit” e l’imposizione di dazi nel commercio globale.
A tutto questo si sommano l’entrata in vigore nel 2020 dei restrittivi target sulle emissioni di CO2 – accompagnati da pesanti sanzioni – e gli ingenti investimenti richiesti dalle pressanti sfide tecnologiche e dai cambiamenti nella società: elettrificazione, connettività, guida autonoma, nuovi modelli di mobilità.
Senza urgenti e articolati interventi a sostegno dell’industria auto europea, sul lato sia della domanda che dell’offerta, il paventato “deserto dei profitti” (espressione di conio recente e di ampia fortuna mediatica) rischia seriamente di materializzarsi, colpendo un settore che in Europa occupa quasi 14 milioni di persone.
*Direttore generale di Unrae