La mia vita da pr, tra moda, calcio, nautica e motori
La mia vita professionale è sempre stata contraddistinta dalla passione e sono fortemente convinto che quando fai le cose, mettendocela, il mondo a cui ti riferisci lo percepisce e lo premia. Dopo gli studi classici e la laurea in scienze politiche (volevo fare il diplomatico, ma come per tutte le cose in Italia, se non hai uno sponsor o non fai parte di una casta non vai da nessuna parte), per caso entro come apprendista stregone e assistente della titolare nell’agenzia di relazioni pubbliche e comunicazione integrata della mamma di un mio caro amico, lo Studio Carla Nani Mocenigo. Carla è stata una delle primissime pr in Italia e spaziava dalla moda ai motori. Una vera maestra. E da qui nasce il mio eclettismo merceologico che sarà la costante della mia carriera. In Italia noi siamo soliti far nascere, crescere e chiudere la vita lavorativa in un solo settore, creando dei monomaniaci che dopo pochi anni esauriscono fantasia e passione travolti dalla routine. Ecco, io la routine l’ho sempre aborrita e penso che uccida più dell’ebola. E così i primi anni della mia vita professionale sono passata tra marchi della moda, della cosmetica, dell’intimo, della pellicceria, degli spumanti, degli accessori e sempre per marchi di alto livello e come dicono gli americani “sexy”. Dopo qualche anno decido di lasciare con rammarico Carla poiché la voglia di cimentarmi in nuovi settori e di dimensioni più articolate mi stimolava. E così trovo posto nel settore in cui da sempre avrei voluto lavorare. La nautica. Qui trascorro anni molto divertenti e formativi poiché nella nautica, a quei tempi, la comunicazione la si masticava poco e ho avuto la fortuna di poter mettere in atto le competenze che mi ero costruito negli anni precedenti. Ma per come sono fatto, nel momento in cui capisco che la routine e i budget risicati si stavano affacciando, mi guardo intorno e spedisco i miei Cv in giro.
Approdo in Alfa Romeo come responsabile Promozione ed Immagine. Avevo in carico tutte le attività di comunicazione riguardanti i club di marca (Registro Italiano A.R e la scuderia del Portello) e la promozione sportiva (campionati di Formula 3, sport prototipi, campionato italiano velocità turismo e la formula Indy negli stati Uniti). Nel ’93, a causa dello spostamento e/o la chiusura di vari enti ad Arese, mi viene proposta la posizione di addetto stampa in Fiat Auto, a Torinom in corso Marconi. Con rammarico per dover abbandonare il marchio più ricco e denso di passione nel mondo automobilistico, colgo la palla al balzo poiché avevo la possibilità di entrare a far parte del più grande e organizzato ufficio stampa dell’industria italiana. Il periodo trascorso a Torino è stato fondamentale per la mia crescita professionale perché ha veramente arricchito le mie competenze per il futuro.
Ma Torino, città che mi ha dato i natali e che poi ripasserà nella mia vita, non era proprio il luogo che mi si confaceva. Così con la solita voglia di cambiare e misurarmi in nuove esperienze, sempre per colpa dei Cv mandati alle aziende che mi intrigavano, torno a Milano e approdo in Smh Italia (oggi Swatch Group) come Marketing Communication Manager di Omega. Dopo anni di comunicazione strettamente legata all’ufficio stampa e alle relazioni esterne e alla promozione dell’immagine, mi si presentava un’occasione importante di crescita professionale. Questa esperienza mi ha dato la grande opportunità di completare la visione aziendale in tutte le funzioni acquisendo così anche quelle competenze del marketing Mix. Anni importanti e ricchi di esperienza, ma come sempre arriva un’occasione a cui non si poteva dire di no.
Un giorno, una mia cara amica, mi telefona e mi dice che la Ducati era stata comprata da un fondo americano e che stavano cercando un uomo di comunicazione che avesse esperienza di prodotto, brand, finanza, competizioni e relazioni esterne e che la figura era cucita su di me. Così invio il famoso Cv e tempo due mesi mi ritrovo a Borgo Panigale.
Al mio arrivo non esisteva una direzione comunicazione, quindi la sfida era davvero stimolante. Furono anni di grande fermento e grandi soddisfazioni: la nascita del Museo Ducati (oggi il sito più visitato di Bologna), la crescita importante delle vendite, il consolidamento della distribuzione all’estero, il lancio di prodotti esclusivi usando la piattaforma web, la creazione del World Ducati Week-end che si svolge dal ’98 ogni due anni, crearono fermento e resero più forte il brand. Ma pensate che sia finita qui? No. Un giorno mi chiama una società di cacciatori di teste milanese: mi chiede se avessi avuto voglia di cambiare. La mia risposta è stata chiara: io qui sto benissimo, il prodotto mi piace ed è una delle mie passioni, quindi per cambiare ci voleva una proposta più che allettante. La risposta Direttore Comunicazione di Juventus Fc! Cado dalla sedia poiché a un “gobbo” cosa puoi proporre di meglio? Nulla. E così affronto i primi colloqui sapendo che la selezione sarebbe stata difficile e che sicuramente i candidati sarebbero stati agguerriti e sicuramente molti “sponsorizzati”, la posizione era veramente allettante.
E invece guarda un po’, vinco io e la notizia mi viene comunicata direttamente da Antonio Giraudo. Al telefono mi informa che mi avevano scelto e se volevo andare a giocare nella loro squadra. Svengo e accetto. Comunicare una squadra di calcio come la Juventus era ed è un mestiere totalizzante e cioè senza pause, senza tregua e per di più sempre sotto il tiro incrociato della critica vista la grande visibilità. Oltre alla comunicazione sportiva, che è la parte preponderante e quotidiana, il mio incarico prevedeva anche quella finanziaria (prima squadra di calcio italiana quotata in borsa), le Relazioni Esterne ed Istituzionali, il sito Internet e la rivista “Hurrà Juventus” (80.000 copie distribuite e 50.000 vendute e della quale ero anche Direttore Responsabile) della quale, inoltre, ho curato il restyling grafico ed editoriale. Tra le mie responsabilità c’era anche la gestione dei rapporti con la stampa del Dottor Umberto Agnelli, ruolo estremamente delicato e di grande responsabilità, che poi alla morte dell’Avvocato, mi chiese di diventare capo dell’ufficio stampa di Fiat Auto S.p.A.
Ed ecco che si cambia ancora e come dissi a Giraudo la sera che mi comunicò la richiesta del Dottor Umberto di trasferirmi in Fiat, passo da Hollywood alla miniera. Questa posizione prevedeva la responsabilità dell’ufficio stampa Italia ed estero dell’azienda e ha comportato ben 19 lanci di prodotto (tra nuovi modelli e restyling) con i quali cercare di risollevare le sorti, l’immagine e l’azienda. I risultati sono arrivati, anche coronati da un premio inaspettato, e cioè la vittoria, con Panda, del premio ambitissimo “Car of the Year”. Oltre alla comunicazione di prodotto World-Wide era di mia responsabilità anche quella sportiva e di immagine sia di settore sia extra-settore dei marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Veicoli commerciali, After Sales e Servizi Finanziari. E qui mi inventai la famosa felpa Fiat che diede il là alla carriera imprenditoriale di Lapo Elkann. Ma è una storia lunga da raccontare ,sarà per la prossima volta. Torino, come già ha precisato, non è nelle mie corde e così trovo l’occasione di tornare a Milano in un’azienda meno roboante di quella appena presa in mano da Sergio Marchionne, vista la prematura morte di Umberto Agnelli, ma di grande interesse: la Goodyear Dunlop, gruppo leader nel mondo per gli pneumatici. Comunicare le gomme è forse il più difficile in assoluto poiché sono tutte nere, rotonde e con un buco in mezzo. Sembra una battuta, ma non lo è se ci si pensa. Questa esperienza è stata utile e mi ha dato la possibilità di poter mettere alla prova la creatività ,conseguendo anche prestigiosi riconoscimenti. Sempre merito della passione con cui fai le cose.
Ma come è ormai una prassi, un giorno vengo contattato da una società incaricata di rivedere le cose in un’associazione di Confindustria che si occupa di moto, bici e tutto ciò che gira intorno alle due ruote, dai caschi all’abbigliamento ai componenti, l’Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) dove cercavano il Direttore Generale. Il resto Il resto lo trovate su Google.
Pier Francesco Caliari