Il mancato rispetto della distanza di sicurezza tra due veicoli è tra le cause dei tamponamenti

La “giusta” distanza di sicurezza

di Gianfranco Chierchini

 

Le numerose tabelle dell’annuale statistica di Aci-Istat sugli incidenti stradali descrivono le più diverse modalità  e cause dei sinistri,  ma restano per lo più in ombra:  ed è un male, perché solo conoscendo meglio il fenomeno  gli utenti della strada possono assumere comportamenti più consapevoli. In questa prospettiva, descrivo qui una delle cause più note, ma non sempre comprese,  degli incidenti stradali: il mancato rispetto della distanza di sicurezza.  Dai verbali eseguiti dalle Forze dell’ordine, emerge che questo comportamento nel 2015 è stato la causa principale di  19.092 incidenti su un totale di 174.539,  con la conseguenza di 184 decessi su un totale di 3.428  e di  30.779 feriti su un totale di 246.920. Il problema di fondo è che non esiste un valore unico della distanza di sicurezza: essa varia con il variare della velocità  e dipende dalle condizioni dell’impianto frenante e degli pneumatici, oltre che dalle caratteristiche del manto stradale.  E’ intuitivo che maggiore è la velocità, maggiore deve essere lo spazio da lasciare nei confronti del veicolo che precede. Volendo dare qualche riferimento, si può dire che, in linea di massima, la distanza di sicurezza è la somma di due spazi. Il primo è lo spazio che un veicolo continua a percorrere nel tempo di circa un secondo, necessario al guidatore per iniziare a pigiare sul freno  da quando i suoi occhi ne percepiscono la necessità.  In autostrada, a 130 km orari, in un secondo si percorrono 36 metri.  In città, a 50 km orari, in un secondo il veicolo percorre quasi 14 metri. Il secondo è lo spazio che il veicolo percorre da quando  è entrato in azione il freno: http://farmaciainitalia.com/levitra.html tende a diminuire la velocità, adeguandosi a quella del veicolo che precede e che sta rallentando. La somma di questi due spazi determina la distanza di sicurezza da rispettare, con l’aggiunta tuttavia di numerosi altri fattori.  Ad esempio il tempo di un secondo si allunga se il  guidatore  è stanco, o distratto, o anziano;  lo spazio di frenata aumenta del 40 – 50%  se l’asfalto è bagnato. Per questi motivi alcuni sostengono che in autostrada, a 130 km orari, sarebbe necessario mantenere 130 metri dal veicolo che precede, altri “soltanto”  108. E a 90 km orari, nelle strade extraurbane, alcuni parlano di 40 metri, altri di 60.  A 50 km orari, in città, quasi tutti invece concordano sui 25 metri come distanza giusta. L’obiezione che spesso scaturisce di fronte a queste semplici considerazioni è : “Ma se tengo queste distanze, quello dietro mi lampeggia e mi chiede strada”. L’unica risposta possibile è di farlo passare e di tenere poi con questo la “giusta” distanza di sicurezza.  E’ la stessa risposta che qualsiasi genitore dà al proprio figlio, quando questo vorrebbe compiere le marachelle che vede fare ai suoi compagni.  I 184 defunti del solo 2015  o i 30.779 feriti, potendo,  risponderebbero in coro così. Una considerazione conclusiva: se in autostrada la nostra distanza di sicurezza è inferiore a quei  36 metri che si percorrono nel tempo medio di reazione, quando cioè il freno non è ancora entrato in azione, il  tamponamento è quasi inevitabile se la vettura che ci precede inizia a frenare per un qualsiasi motivo.  Non è questione di capacità del guidatore o delle prestazioni dell’impianto frenante: è una legge della fisica, analoga a quella che spiega perché le mele mature cadono a terra.

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