La Baviera che “salva” i diesel
Da una parte c’è la Germania che non perde l’occasione di bacchettare il sistema auto e lancia accuse a destra e manca (Fca e il governo italiano ne sanno qualcosa) sul tema delle emissioni da motori diesel; dall’altra, invece, ecco il Land della Baviera che rilancia su questi propulsori, ovviamente quelli di ultima generazione. Strano il mondo, strana la Germania. E non è detto che a metterci lo zampino, visto quello che ha affermato il capo del Land bavarese, Horst Seehofer, ci sia lo zampino lobbistico dei due produttori locali, cioè Bmw (Monaco) e Audi (Ingolstadt).
Il Land controcorrente
Mentre la tendenza è quella di limitare progressivamente la circolazione dei veicoli diesel, facendo di tutta l’erba un fascio anche con le motorizzazioni più recenti (per non parlare della volontà di sporcarne sempre di più l’immagine), nella vicina Baviera i diesel vengono «promossi». Purché siano omologati Euro 5 (2009-2014) ed Euro 6 (quelli più moderni). Bmw e Audi, in pratica, hanno accolto l’invito del Land a ridurre sensibilmente le emissioni degli ossidi di azoto su almeno la metà dei rispettivi parchi Euro 5 grazie all’applicazione gratuita di uno speciale software.
Diverso è il discorso sugli Euro 6: chi acquista un’auto diesel di ultima omologazione beneficerà di incentivi finanziari. «In questo modo – spiega Seehofer – vogliamo pulire l’aria dagli NOx ed evitare, allo stesso tempo, di impedire la circolazione alle vetture a gasolio». Il pacchetto di provvedimenti, insieme a interventi a favore della mobilità elettrica, l’utilizzo delle biciclette e l’ampliamento della rete dei trasporti pubblici, non dovrebbe tardare a entrare in vigore.
Un piano sulla mobilità
«Ecco la strada da seguire in tutta la Germania», puntualizzano dalla ricca Baviera. Proprio come accade in Italia dove l’usanza, ormai consolidata, è quella di decidere di non decidere. La strategia, dunque, sembra essere quella di intervenire per rendere l’aria più pulita, senza per questo accanirsi sui diesel di ultima generazione, favorendone invece la diffusione con il contributo delle Case automobilistiche bavaresi.
Il «caso» sarà portato come esempio in vista di un piano valido a livello nazionale che dovrebbe uscire dal summit green del prossimo 2 agosto, con il coinvolgimento di città, Lander, governo e costruttori di auto tedeschi. Strana la Germania, immobile l’Italia.
Che Maroni e Sala contattino Elòn Musk affinchè apra se non uno stabilimento di produzione almeno uno stabilimento di assemblaggio e supporto alle auto elettriche Tesla nell’area Expo di Milano, così almeno la finiamo di regalare ogni anno miliardi di euro per comprare auto (di cui non produciamo manco una vite) prodotte negli altri paesi della UE, paesi che poi non fanno altro che metterci i bastoni tra le ruote.