Il presidente del Gruppo componenti di Anfia, Giuseppe Barile
L’ “oro” della componentistica italiana
Sfiora i 20 miliardi di euro, in crescita dello 0,3% sull’anno precedente, il valore delle esportazioni 2016 della componentistica italiana, comparto che conta circa 2.000 imprese e 136.000 addetti, per un fatturato annuale di circa 39 miliardi di euro. Sempre lo scorso anno il saldo della bilancia commerciale ha registrato un attivo per 5,5 miliardi. A renderlo noto il presidente del gruppo componenti di Anfia, Giuseppe Barile, in occasione dell’annuale assemblea.
Le eccellenze del nostro Paese
“Al di là delle positive ricadute del trend crescente della produzione nazionale di utoveicoli, si conferma, quindi, la capacità dei componentisti di mantenere alti i livelli di export grazie a una riconosciuta qualità e innovazione dei loro prodotti e processi produttivi, e alle posizioni conquistate sui mercati internazionali nel corso dei decenni”, ha osservato Barile ricordando che “negli ultimi anni alcuni aree come il Nord Africa e l’Iran, hanno aperto nuove opportunità, che la filiera può e deve cogliere, studiando strategie di penetrazione adeguate alle peculiarità di questi mercati”.
Incognite Brexit e Trump
“Le prospettive che abbiamo di fronte, nonostante la tempesta politica innescata alla Brexit e dall’elezione del presidente Usa, Donald Trump, e le endenze nazionaliste e protezioniste che si osservano da più parti, non sono destabilizzanti. L’Europa resenta una situazione tutto sommato positiva – ha concluso – anche grazie alla protezione contro attacchi speculativi fornita dalla Bce e al Piano Junker come stimolo per li investimenti in ricerca e sviluppo, con moderate aspettative di crescita e alla ricerca di una nuova stabilità”.