Katia Bassi (Silk Faw): “Io, tra auto e libri, ispirandomi a Marie Curie”

di Roberta Pasero

 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. Lo affermava Marcel Proust . Sarà così anche per Katia Bassi, Managing Director di Silk Faw , il nuovo brand nato dall’expertise italiano e cinese che si prepara a rivoluzionare il mondo automotive delle hypercar?

 

La sua vita professionale ha avuto tanti capitoli appassionanti, da Ferrari a Nba, da Aston Martin al penultimo in Lamborghini come chief marketing & communication officer. La sua vita parallela è proprio la lettura. È una passione istintiva o c’è chi le ha ad amare i libri?

“Una passione istintiva. Da piccola abitavo a Locate di Triulzio, alle porte di Milano. Avevo un’insegnante elementare che amava inculcare a noi bambini l’amore per la lettura iniziando dalle fiabe di Rodari. Un giorno ci consigliò di frequentare la biblioteca del paese. La mia fortuna è stata che la bibliotecaria era laureata in filosofia e amava moltissimo darci consigli di lettura. Ho iniziato così. Per me è stata una rivelazione e da allora non ho mai smesso di leggere”.

 

I libri erano anche i suoi compagni di giochi invisibili?

“Sì. Non ero una bambina ipersocievole. Ero figlia unica e preferivo stare da sola. Però molto spesso personalizzavo troppo, mi immedesimavo in quello che leggevo perché come tutti i bambini, non avevo molta capacità di discernimento realtà e fantasia”.

 

Da piccola chi si credeva di essere?

“I miei genitori mi avevano regalato una versione integrale di Peter Pan di JM Barrie, che non è certo uno dei libri più positivi del mondo. La storia mi aveva influenzato a un punto tale che mi ero messa in mente di essere stata adottata. Facevo impazzire i miei genitori dicendo: “Io voglio avere le prove di essere figlia, non avrete dimostrarmelo”, ma allora c’erano ancora le ecografie fatte in gravidanza e, dunque, non sapevano come fare. Così a 7 anni mio padre mi portato nella clinica dove sono nata per mostrarmi l’estratto del mio atto di nascita”.

 

Una storia da romanzo. Le è capitato di immedesimarsi in altri libri a quell’età?

“Partecipavo sempre con molto pathos. Ho letto tutti i classici da “Tom Sawyer” a “Piccole donne”, a “Cuore”. Libri di grande coinvolgimento emotivo, sempre con momenti di riflessione che mi facevano pensare e mi fanno pensare ancora oggi a chi era meno fortunato di me”.

 

Che cosa ha imparato a leggere?

“Per me, cresciuto in un paese di provincia, la lettura è stata rivelatrice di mondi alternativi, di creatività dal punto di vista etimologico, ossia di avere la possibilità di creare qualcosa e di avere poi delle ambizioni. E ha continuato a essere così anche in altre fasi della mia vita”.

 

Leggere per sognare nuove vite e realizzarle. Oggi quali libri sceglie?

“Spazio molto. Alterno saggi legati al mondo del business ai gialli, la letteratura legata all’olocausto ai libri di Pietre Lemaitre. E poi mi affido ai consigli della rubrica letteraria del New York Times”.

Ebook o libri di carta?

“Ho abbandonato la carta a favore degli ebook per i romanzi che leggerò una volta soltanto, mentre i saggi li preferisco cartacei”.

 

Quale libro rilegge volentieri?

“Un romanzo che mi aveva molto sorpreso alla prima lettura: “TI prendo e ti porto via”, di Niccolò Ammaniti. A me non piacciono le espressioni scurrili, tantomeno i libri che ricorrono a verbalizzazioni aggressive per fare colpo sui lettori. E invece, in queste pagine piuttosto forti, c’è appropriatezza anche nell’utilizzo di formule un po’ spinte. E poi ha anche una trama a roller coaster, una tecnica molto interessante, per questo di tanto in tanto lo rileggo”.

 

La lettura è di aiuto nel suo lavoro?

“Mi ha sempre alimentato la curiosità, quella che spinge a fare cose per uscire dalla propria comfort zone. Come presentarmi per posizioni professionali che non sembrano adatte a una carriera lineare”.

 

Leggere l’ha aiutata a vivere tante vite professionali, un po’ come capita agli scrittori con i personaggi dei loro romanzi .

“È così. Io sono stata fortunata perché ho sempre sperato di spaziare professionalmente e, tutto quello che ho avuto in mente, ho provato a realizzarlo proprio come molte volte capita nelle pagine dei libri”.

 

Lei, con Silk Faw, è protagonista di una grande sfida che prevede la realizzazione in Emilia di un polo produttivo da 1,3 miliardi di euro dove verrà costruita la gamma del marchio, un inizio dalla S9, hypercar ibrida da 1.400 cavalli. A quale libro assomiglia alla sua vita di oggi?

“Ho una donna della storia che per me è sempre di grandissima ispirazione, pur non avendo io fatto la scienziata o vinto premi Nobel: è Marie Curie, e ancora adesso quando mi lancio in progetti complessi e sfidanti mi riferisco alla sua figura. Quindi, penso alla biografia di Marie Curie, intesa come una vita di sfide che mai avrei immaginato”.

 

Per molti la lettura è anche un rito, con luoghi e tempi stabilità. Lo è anche per lei?

“Io leggo la sera perchè mi aiuta a liberare la mente, a mettermi in un’altra dimensione ea non restare concentrato su stessi pensieri professionali 24 ore al giorno. E ho i miei tempi. Non vado mai oltre un certo numero di pagine perché mi piace assaporare i contenuti, godermi il racconto e dire arrivederci ai personaggi che ritroverò la sera dopo”.

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