Kahlke (Lamborghini): “Sempre vicini a media, fans e clienti”
di Roberta Pasero
È dalle emozioni “open air” che è ripartita Lamborghini. Da Huracàn Evo RWD Spyder, un gioiello di tecnodesign accompagnato dall’inconfondibile sound delle supercar del Toro. “L’abbiamo presentata con un lancio virtuale in realtà aumentata per superare i limiti della distanza”, spiega Gerald Kahlke, direttore della comunicazione di Automobili Lamborghini.
Una adrenalinica “open top” per guardare finalmente al futuro. Cos’è accaduto in questi mesi a Sant’Agata Bolognese, quartier generale Lamborghini?
“Noi abbiamo chiuso la produzione il 13 marzo, prima di tanti altri brand per tre motivi: per la salute di chi lavora in Lamborghini, per l’interruzione del supply chain e per la chiusura dei concessionari. E chi ha potuto si è messo in smart working”.
Però, durante il lockdown Lamborghini con grande slancio umanitario è stata pronta a riconvertirsi per l’emergenza Covid-19.
“Abbiamo voluto esserci in un momento così tragico. E, per esempio, gli operai del reparto selleria hanno cucito mascherine chirurgiche per l’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna e quelli del reparto compositi hanno realizzato visiere protettive in policarbonato con l’uso di stampanti 3D, e pure simulatori polmonari”.
Anche il Mudetec, il Museo delle Tecnologie che a Sant’Agata Bolognese racconta la storia del marchio, ha dovuto cambiare identità.
“È diventato anch’esso virtuale consentendo di esplorare non soltanto i modelli, da Miura a Countach, dalla concept ibrida Asterion alla few off Centenario, ma anche le linee di produzione Lamborghini dalla propria casa”.
Poi, il 4 maggio, la ripartenza. Voi avete sempre una lista di attesa molto lunga. I vostri tempi di consegna si sono allungati oppure state recuperando con turni prolungati le settimane di stop?
“Al momento il tempo delle consegne si è allungato leggermente. L’azienda sta gradualmente riprendendo la produzione. Si lavora con le mascherine e con le protezioni in plexiglass; insomma in modo completamente differente”.
Un marchio del lusso come Lamborghini quali rischi corre?
“Prima di tutto la cosa positiva è che non abbiamo subito cancellazioni di ordini. E questo è sicuramente un buon segno. Per il futuro prossimo tutto dipende dal “mood”. Perché per i nostri clienti non è certo la disponibilità finanziaria l’incognita, ma il lato emozionale, il mood, appunto. Bisogna vedere se hanno voglia di acquistare una Lamborghini e di mostrarla, condividendone le emozioni con gli amici”.
Anche la comunicazione è molto cambiata. A cominciare proprio dalla presentazione virtuale di Huracàn Evo RWD Spyder.
“Il lockdown ci ha obbligato a trovare nuovi impulsi e a sostituire gli eventi per presentare le auto con altri modi per stare comunque vicini ai media, ai fans, ai clienti. Nessuno sa come sarà al momento il futuro e, dunque, fino a quando non si potrà tornare a organizzare presentazioni più tradizionali bisognerà inventarci ogni volta qualcosa di innovativo”.
Per esempio, i francobolli digitali da collezione, il primo dedicato proprio alla vostra new one.
“Sì. E’ una serie di una ventina di francobolli dedicati alla storia di Lamborghini emessi in tiratura limitata di 20mila esemplari. Già il primo, che raffigura la Huracàn Evo RWD Spyder può essere scaricato con l’App Bitstamps oppure sul sito Bitstamps”.
Lamborghini ha un sound inconfondibile. A quale musica assomiglia questa era Covid-19?
“Mi ricorda la musica elettronica del giapponese Naoki Kenji che sa mixare sempre emozione e innovazione, proprio come questi giorni hanno saputo fare in ognuno di noi”.