Italiani e Covid-19: la mobilità che cambia

Fabrizio Pregliasco (Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano) e Unicab Italia (società di ricerca indipendente, sul mercato dal 1967) hanno presentato, nelle scorse settimane, i risultati della ricerca “Gli Italiani e la Pandemia Covid-19 dopo 2 mesi di restrizioni”. La ricerca è stata realizzata da Unicab Italia in collaborazione con il Master in Data Intelligence e Strategie Decisionali (Dipartimento di Scienze Statistiche – La Sapienza). Tra gli aspetti presi in esame, quello del modo di muoversi in funzione dei tanti timori conseguenti alla pandemia.

Nicola Brunetti, amministratore delegato di Unicab Italia, ne parla con Pierluigi Bonora. Il contributo della ricerca, infatti, è quello di aiutare a capire e “dimensionare” come la società italiana ha subìto questo evento epocale, come ha reagito e potrà reagire, cosa ritiene che cambierà radicalmente nei suoi stili di vita.

Emerge, in proposito, che il 93% della popolazione ha paura a usare mezzi di trasporto pubblico. Da questo dato un’ulteriore riflessione sul cambiamento dei sistemi di trasporto, con grandi opportunità di innovazione (a partire dalla distribuzione, dalla gestione dei flussi di traffico e così via), ma anche il rischio di un aumento dell’utilizzo di mezzi di vecchia generazione, con pericolosi effetti potenziali sull’inquinamento. C’è, inoltre, da approfondire quale sarà la risposta data dal combinato pubblico/privato su questo tema, che certamente non può esaurirsi con la soluzione biciclette o monopattini, considerando, a esempio, la morfologia del Paese e dei centri abitati, o le necessità dei pendolari urbani ed extra-urbani.

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