Matteo Codazzi, ad di CESI
Italia, un futuro da 9 milioni di veicoli alternativi
Nel 2025 in Italia, seguendo le previsioni più ottimistiche, su circa 35 milioni di veicoli in circolazione, più di 9 milioni saranno alimentati da fonti a minimo o nessun impatto ambientale. Di questi, circa 3,5 milioni saranno veicoli ibridi ed elettrici mentre 5,8 milioni si distribuiranno tra GPL e GNC (gas naturale compresso). L’Italia è già oggi prima in Europa per autovetture meno inquinanti in circolazione. Nel 2016, in particolare, il nostro Paese è stato il primo nel continente per autovetture alternative immatricolate: 185.000, oltre il doppio di quelle francesi e inglesi e quasi il triplo di quelle tedesche. Questo è quanto emerge dal rapporto “Mobilità Sostenibile: soluzioni energetiche, tecnologie e opportunità di business”, presentato presso la sede di Assolombarda.
Scenario al 2025
Il rapporto descrive lo scenario della mobilità sostenibile in Italia e in Europa fino al 2025, fornendo ai policy maker informazioni aggiornate e ipotesi di sviluppo per poter elaborare al meglio le strategie energetiche e dei trasporti, sia a livello nazionale che locale. Allo stesso tempo, lo studio offre alle imprese elementi utili per comprendere la possibile evoluzione del mercato nonché le opportunità per investimenti futuri. Il rapporto è stato elaborato dal Gruppo Energia di Assolombarda e ha visto il coinvolgimento diretto di Cesi (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), come project leader, A2A, Edison, Enel, Eni, Italgas, Innogy, Saipem e Snam. “In Italia, il settore dei trasporti contribuisce per più di ¼ alle emissioni climalteranti. Per rendere più salubri le nostre città è fondamentale, pertanto, una transizione verso una mobilità più sostenibile. Seguendo i risultati dello studio realizzato insieme ad Assolombarda, la via della completa elettrificazione dei veicoli è un processo pressoché inarrestabile che, nel lungo periodo, garantirà la maggiore sostenibilità ambientale, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione delle emissioni globali di CO2, così come per la drastica riduzione dell’inquinamento acustico e delle emissioni locali; mentre, nel breve-medio termine, i biocarburanti, il GPL e il metano sono ancora i combustibili alternativi più diffusi”, afferma Matteo Codazzi, ad ndi CESI.
Interventi sulla rete
Per supportare questa evoluzione, però, è necessario che le reti elettriche, soprattutto a livello locale, siano sempre più efficienti, capaci di mantenere la propria stabilità, a fronte di un possibile sovraccarico causato da una quota di veicoli elettrici sempre più elevata. Da questo punto di vista, utility e service provider stanno già mettendo a punto nuove tecnologie di ricarica sempre più Comunicato Stampa sofisticate. Attraverso lo “smart charging”, ad esempio, la ricarica avviene in maniera “controllata”, in modo da non compromettere la rete negli orari in cu si registrano picchi di domanda, mentre, tramite il cosiddetto “Vehicle-to-Grid”, le auto elettriche, invertendo il flusso energetico delle proprie batterie, contribuiranno attivamente alla stabilità e alla sicurezza della rete. “Non pensiamo a queste come a tecnologie futuribili. Proprio in questi giorni, infatti, in CESI stiamo lavorando alla prova e la qualifica delle nuove colonnine di ricarica bidirezionali per il “Vehicle-toGrid”, al fine di garantirne la funzionalità costante e la perfetta integrabilità nel sistema elettrico”, dichiara Codazzi. Per permettere all’Italia di essere in prima linea nello sviluppo della mobilità elettrica è necessario, però, un considerevole supporto regolatorio, fin da subito. In tal senso, “ci sentiamo di spingere con forza nella direzione sia di un coordinamento efficace dei fondi stanziati dal PNiRE sia verso la conferma oltre il 2019, da parte dell’Autorità, delle vigenti tariffe per la ricarica nei punti pubblici, fino a che il mercato non si sarà sviluppato”, chiude Codazzi.