Foto: Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto

Italia sempre ecosostenibile: in 26 anni -20% di CO2

È passato un lustro, ma i nodi sono ancora tutti lì. E’ la fotografia del libro che racconta i 5 anni del Forum di Conftrasporto-Confcommercio. Il Forum Internazionale dei Trasporti e della Logistica di Conftrasporto-Confcommercio, che si è svolto a Cernobbio per 5 edizioni, si è tradotto in un libro che, presentato da remoto per l’emergenza sanitaria, racconta una storia di ordinaria burocrazia, di connessioni mancate e riforme al palo. Ma anche di passi compiuti e progetti futuri. Molte le pagine dedicate all’ambiente, con le potenziali conseguenze sul mondo dei trasporti dei grandi progetti europei sulla transizione verde.
Per Conftrasporto-Confcommercio la lotta ai cambiamenti climatici dev’essere assieme ambientale, sociale ed economica. La pandemia modificherà il nostro modo di lavorare e vivere, ma presto si riprenderà il percorso verso una riduzione dell’impatto ambientale di consumi e produzione planetari. L’Europa sarà protagonista, ma l’auspicio è che le spinte siano più pragmatiche che ideologiche. Se oggi in Italia circolano circa 22mila auto elettriche, l’obiettivo dell’Ue di raggiungere i 6 milioni nel 2030 sembra difficilmente centrabile. La ridotta autonomia, la carenza di colonnine, gli stessi tempi di ricarica fanno pensare che si preferiranno ancora per un po’ i motori a benzina o idiesel che, peraltro, hanno tassi di emissione eccezionalmente ridotti rispetto a quelli di 20 anni fa: il motore diesel nella sua versione piu` moderna emette 0,02 grammi di particolato per Km, il 90% in meno di quello emesso da un’ auto immatricolata negli anni ’80.
Ma l’Europa pare snobbare questi risultati, varando invece consistenti incentivi a favore dell’elettrico. Negli ultimi 30 anni, in Italia e in Europa, si è fatto molto per contenere le emissioni climalteranti: dal 1991 al 2017, infatti, si sono ridotte, in Europa, del 25%, e in Italia di oltre il 20%. Manifattura e trasporto pesante viaggiano, su questo piano, a ritmi eccellenti rispetto agli altri settori emissivi e al resto d’Europa. I nostri punti deboli sono rappresentati dall’utilizzo dell’energia per usi residenziali, dall’agricoltura e, soprattutto, dalla gestione dei rifiuti. Quest’ultima pesa più o meno come il trasporto pesante (4,5%). Ma mentre quello mostra un tasso di riduzione cumulato di GHG (gas ad effetto serra) di quasi il 30%, il settore della gestione dei rifiuti accresce le proprie emissioni del 5,5%.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *