Infrastrutture: 4 priorità per la ripresa
Tra i temi affrontati da PwC nel “Programma Italia 2021”, le infrastrutture rappresentano uno dei fattori critici di successo su cui focalizzare le politiche di governo, le risorse finanziarie disponibili e le migliori capacità imprenditoriali per avviare un grande programma di investimenti in grado di rilanciare nel breve termine l’occupazione e uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo. Il settore delle infrastrutture, grazie al suo effetto moltiplicatore su indotto generato e livello occupazionale attivato, rappresenta uno dei settori chiave su cui investire. La disponibilità di fonti pubbliche e private, europee e nazionali, può essere l’elemento trigger, ma cogliere questa opportunità passa per la definizione di una strategia di medio lungo termine e la costruzione di una solida pipeline di progetti.
Il nostro sistema infrastrutturale, realizzato su di un territorio ad alta complessità, dove la gestione delle problematiche connesse al dissesto idrogeologico rappresenta una priorità assoluta, che vede la presenza di più di 30.000 opere d’arte principali quali ponti, viadotti e gallerie con un’età media superiore ai 40 anni, necessita di un upgrade fisico e tecnologico che non può attendere.L’avvio di un grande programma di investimenti in infrastrutture nel nostro Paese, il più importante dai tempi della ricostruzione post bellica, rappresenta quindi l’intervento chiave per trainare la fase di ripresa. In questo contesto PwC ha ascoltato le esigenze di aziende, istituzioni e principali operatori del Paese, identificando 4 priorità d’azione volte a sbloccare il potenziale di un settore strategico che può e dovrà essere motore della ripresa economica e sociale del Paese.
Definire gli investimenti liberando le ingenti risorse pubbliche e private. Il rilancio dell’economia richiede da parte dei policy maker nazionali una rapida individuazione ed attuazione delle riforme necessarie per veicolare le risorse finanziarie su investimenti infrastrutturali allineati agli obiettivi di policy nazionali ed europei (e.g. modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione e resilienza, sostenibilità). Sarà di fondamentale importanza effettuare una corretta pianificazione finanziaria definendo le fonti pubbliche e quelle private attivabili e sbloccarle in maniera tempestiva, attraverso la definizione di eligible project che valorizzino valori quali sostenibilità, sicurezza e innovazione digitale. In questo contesto si inserisce la grande opportunità dell’utilizzo delle risorse delle Recovery fund, di cui l’Italia è principale beneficiario con circa 209 miliardi euro. La maggior parte dei fondi dovrà essere speso entro il 2026 e ciò richiederà la definizione di chiare priorità d’intervento e una necessaria modifica dei processi di approvazione e realizzazione delle opere, che in Italia hanno in generale tempi molto più lunghi.
Rinascimento italiano: ricostruire un settore chiave con player forti e resilienti. La continua riduzione del mercato interno e la contestuale riduzione delle marginalità anche per effetto della competizione e di una esigua ed incerta pipeline di grandi progetti infrastrutturali, ha contribuito alcollasso di storici player nazionali, alla perdita di competitività del settore e ha causato una crisi che ormai si protrae da più di un decennio. Il Covid-19 ha accelerato situazioni di difficoltà del settore innescando la necessità di trasformazione nonché di aggregazioni per beneficiare di economie di scala e sinergie di mercato, nonché per incrementare dimensione e resilienza delle imprese italiane attive nel settore delle costruzioni in Italia.Il lancio di un importante programma di investimenti infrastrutturali e gli interventi di sostegno e finanziamento del sistema finanziario rappresentano una grande opportunità che i player di settore dovranno saper cogliere. La realizzazione di un programma di investimento per i prossimi 5 anni, pari a 2 volte quello che l’Italia ha realizzato nell’ultimo decennio, pone infatti un tema a cui non è facile dare una risposta, una domanda futura di servizi professionali e lavori molto superiore all’attuale capacità produttiva del Paese. Questa minaccia dovrà essere trasformata in opportunità di sviluppo e lavoro qualificato per il sistema delle imprese italiane, che dovranno dimostrare flessibilità, resilienza e prontezza nel mettere rapidamente in campo la capacità produttiva richiesta.
Realizzare progetti sostenibili lungo l’intero ciclo di vita. Nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha stabilito i 17 obiettivi globali dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG). Per perseguire tali obiettivi, le infrastrutture, opere fondamentali per lo sviluppo e per la competitività del sistema Paese, necessitano di essere concepite, progettate e realizzate in un’ottica olistica e sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, sociale e ambientale, garantendo un beneficio per la comunità, una valorizzazione del territorio e una maggiore competitività per le imprese locali. La definizione di progetti sostenibili lungo l’intero life cycle, non può prescindere dal coinvolgimento di tutti coloro che direttamente o indirettamente ne vengono interessati, e cioè da una gestione attiva del processo di stakeholder engagement e un monitoraggio dinamico degli impatti, volto a creare intorno alle opere una rete di consenso diffusa.
Sbloccare il potenziale di digitalizzazione e nuove tecnologie per aumentare sicurezza e recuperare produttività. Sfruttare a pieno il potenziale della rivoluzione digitale, in un settore caratterizzato da una stagnazione decennale della produttività, rappresenta il principale ambito sul quale investire per tutti gli attori del comparto, per essere in grado di cogliere le opportunità che si prospettano e affrontare le complesse sfide economiche, sociali ed occupazionali. Il solo utilizzo di nuove tecnologie senza la definizione di nuovi sistemi di gestione basati sull’integrazione dei processi e delle soluzioni software in uso, non sarà sufficiente a supportare e valorizzare la trasformazione digitale. Centrale diviene, quindi, l’utilizzo di un approccio di gestione integrato abbinato alle tecnologie per la pianificazione e il controllo dei progetti, nonché al monitoraggio dinamico degli asset e delle condizioni di esercizio, volto al recupero di efficienza e all’incremento degli standard di sicurezza.
Guido Sirolli, Partner PwC Italia Engineering and Construction Country Leader, riassume così tali priorità d’intervento: “L’insieme integrato di interventi di sviluppo infrastrutturale deve essere posto a sistema, per cogliere e valorizzare sinergie e complementarietà e per ottenere un effetto moltiplicativo delle risorse, soprattutto finanziarie. Sfruttare a pieno il potenziale della rivoluzione digitale rappresenta inoltre il principale ambito sul quale investire per tutti gli attori del comparto, per essere in grado di cogliere le opportunità connesse allo sviluppo del piano di investimenti infrastrutturali per il rilancio del Paese e affrontare le complesse sfide economico e sociali a esso connesse. L’oggettiva difficoltà a livello globale di contenere il fenomeno pandemico che in queste ore, anche in Italia, ha mostrato un’accelerazione preoccupante, ci costringerà a rivedere i piani di sviluppo per il 2021 per cercare di contenere questa grave crisi sanitaria, sociale e purtroppo anche economica. Dovremmo quindi coniugare l’impatto di un nuovo rallentamento delle attività economiche per il distanziamento sociale con l’esigenza comunque di realizzare un imponente piano di investimento infrastrutturale che attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e un nuovo approccio alla gestione dei cantieri ne consentano l’immediata attivazione nel rispetto dei mutati standard di sicurezza, per trainare la ripresa del Sistema Paese e del suo Pil”.