Incubo Covid-19: le due ruote Euro 4 rischiano di restare nei magazzini
di Paolo Magri*
Il decreto Conte dello scorso 11 marzo che l’industria ha accolto con senso di responsabilità per contenere gli effetti di una emergenza sanitaria senza precedenti è il totale blocco delle vendite per un periodo di tempo che, in questa fase, non è possibile determinare.
Il danno per il settore è aggravato dall’infelice concomitanza con la transizione tra le motorizzazioni Euro 4 ed Euro 5, disciplinata dal Regolamento europeo 168/2013: a partire dal 1° gennaio 2021, infatti, non sarà più possibile immatricolare ciclomotori e motocicli Euro 4, salvo quelli ammessi dalle deroghe di fine serie normalmente previste dalle direttive comunitarie per aiutare i costruttori a smaltire gli stock.
La chiusura dei negozi, tuttavia, impedirà la vendita di tutti i veicoli omologati Euro 4, con conseguente anomalo accrescimento degli stock fermi in magazzino: è concreto il rischio che alla fine dell’anno costruttori e dealers si ritroveranno in casa una mole di veicoli che, per legge, non potranno più essere commercializzati.
E’ pertanto necessario pensare da subito a soluzioni emergenziali per rispondere a una situazione eccezionale, che potrebbe tradursi nei prossimi mesi in un danno importante per le aziende del settore: in particolare, riteniamo necessario pensare a un rinvio di almeno sei mesi della scadenza delle immatricolazioni Euro 4 e chiediamo quindi al Governo italiano di farsi promotore di questa richiesta anche presso le competenti sedi europee.
*Presidente di Confindustria Ancma