Incubo Covid-19: in Europa l’Italia va peggio di tutti

di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae

Il crollo di marzo del mercato automobilistico riflette ancora solo parzialmente l’impatto della crisi, e il mese di aprile si annuncia quindi senz’altro peggiore. È difficile fare previsioni per l’intero anno, ma secondo alcuni centri studi nel 2020 il mercato auto europeo potrebbe contrarsi sino al 30%, una caduta mai sperimentata in passato. Tra i Major Markets il calo potrebbe essere del 25% nel Regno Unito e del 20% in Francia, secondo le rispettive associazioni di categoria. Per l’Italia, Unrae ipotizza un crollo fra il 32% nel caso migliore e il 46% in quello peggiore, secondo la durata del lock-down. L’impatto della crisi può essere devastante, su una filiera caratterizzata da imponenti investimenti ed elevati costi fissi in strutture e personale, che rischia di finire presto in ginocchio per i flussi di cassa negativi. Il nostro Paese, colpito per primo e più duramente dall’epidemia in Europa, nonché primo a porre in essere severe restrizioni alla mobilità dei cittadini e alle attività economiche, risulta anche quello con il mercato impattato in modo più drammatico.

Unrae esprime apprezzamento per le misure trasversali che il Governo Italiano sta adottando, con la messa in campo di risorse assolutamente straordinarie, per garantire alle migliaia di imprese del settore la liquidità necessaria per sopravvivere a questa crisi epocale, e chiede che tali misure siano rese immediatamente operative e facilmente utilizzabili.

Allo stesso tempo, però, la domanda di autoveicoli uscirà prostrata da questo blocco totale, di durata ancora indefinita: Unrae chiede quindi un sistema integrato di provvedimenti urgenti per rimettere in moto il mercato, non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, sotto un protocollo di sicurezza stringente.

In particolare, per le autovetture, il pacchetto che Unrae ha presentato a media e istituzioni va nella direzione di sostenere la domanda stimolando lo svecchiamento del parco, nel rispetto degli obiettivi europei sulle emissioni di CO2, e allineando agli standard europei la fiscalità sull’auto aziendale.

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