Incubo Covid-19: coordinarsi per la ripartenza

di Paolo Scuderi, presidente di Anfia

A marzo il mercato europeo dell’auto è paralizzato, visto che in tutti i maggiori Paesi, almeno dalla metà del mese, sono state applicate severe misure di contenimento della diffusione del contagio da coronavirus, con la conseguente chiusura di molte attività produttive e delle concessionarie. E’ quindi significativo constatare che nel primo trimestre, tutti i Paesi dell’Ue allargata all’Efta e al Regno Unito presentano un segno negativo a eccezione di Cipro (+5%).
Nel dettaglio, tutti e cinque i major market – includendo anche Uk – che rappresentano il 70% del totale immatricolato e registrano, insieme, una contrazione complessiva del 56% nel mese, risultano in calo a marzo. E’ l’Italia a conseguire il risultato peggiore (-85,4%), avendo per prima dovuto fronteggiare l’epidemia in Europa, adottando il primo lockdown, seguita dalla Francia (-72,2%), dalla Spagna (-69,3%) e dal Regno Unito (-44%). La Germania presenta, infine, la contrazione meno severa (-37,7%). Nel primo trimestre, nei major market, il mercato cala più della media europea, chiudendo a -29,2%.
Sempre in riferimento ai major market, mentre è proseguita, anche a marzo, la flessione delle immatricolazioni di auto nuove diesel, in ribasso del 64% con una quota di mercato del 25,4% (31,7% a marzo 2019), e sono risultate sfavorite anche le auto a benzina, la quota di mercato delle vetture ad alimentazione alternativa è alta in tutti e cinque i Paesi: 28% in Italia, 22% nel Regno Unito, 20% in Spagna, 19,5% in Francia e 18% in Germania.
Inutile dire che in tutti questi Paesi associazioni e rappresentanti dell’industria automotive si stanno adoperando senza sosta per organizzare la ripartenza delle attività produttive, o il ritorno alla piena operatività, collaborando con le istituzioni per garantire le massime condizioni di sicurezza ai lavoratori e anche per sostenere le imprese con misure adeguate, soprattutto a favore della liquidità, e per rilanciare il mercato, in un contesto di perdita di potere d’acquisto e aumentata incertezza dei consumatori.
In Italia, Anfia ha ribadito più volte l’assoluta necessità di un coordinamento a livello europeo della fase di ripartenza, per via della forte interconnessione delle filiere tra le varie nazioni, e per evitare disallineamenti temporali che finirebbero per danneggiare gravemente alcune economie.
Ricordo, in conclusione, che Acea ha stimato, al 13 aprile, una perdita, a livello di produzione di autoveicoli in Ue, di oltre 1,9 milioni di unità, con una durata media delle chiusure degli stabilimenti produttivi di 24 giorni lavorativi.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *