Incubo Covid-19: componentistica in forte sofferenza

di Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti di Anfia

Dopo la flessione del 1° semestre 2019 (-2,1%), l’export della componentistica automotive italiana ha seguitato a rallentare anche nella seconda metà dell’anno, per chiudere quindi con il segno negativo (-2,3%). Nel cumulato gennaio-dicembre 2019, hanno mostrato un calo anche la produzione (-8,1%), gli ordinativi e il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori.

Nello specifico, gli ordinativi diminuiscono del 7,6%, soprattutto a causa del mercato interno (-13,3%), mentre l’indice del fatturato di parti e accessori per autoveicoli diminuisce del 5,5%, con un calo dell’11,9% per il mercato interno e un aumento dello 0,9% per i mercati esteri. Gli ordinativi esteri, pur con un andamento altalenante nel corso dell’anno, sono rimasti in decelerazione nell’ultimo trimestre, come evidenziano anche le significative flessioni registrate dall’export verso alcuni dei major market europei, quali Germania, Regno Unito e Francia. Del resto, la produzione di autovetture in Europa è diminuita nel 2019 (-7,4%3) – anche se molto meno rispetto a quella italiana (-19%) – determinando di conseguenza un impatto negativo sulla catena di fornitura. 

Su questa fase di rallentamento produttivo, anche per il comparto della componentistica automotive italiana, si è ora innestato il blocco degli stabilimenti dettato dall’emergenza Covid-19, con ripercussioni decisamente pesanti per le nostre imprese, che necessitano nell’immediato di misure di supporto per far fronte alle esigenze di liquidità, e per garantire la ripartenza degli investimenti e il sostegno all’innovazione e al mercato.

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