Incentivi: spazio alle priorità vere

di Massimo Ghenzer, presidente di Areté-Methodos
Siamo entrati nel 2021, ma lo scenario rimane molto complesso e incerto. Il Covid-19 ancora circola e il vaccino è la risposta per riprendere gradualmente un buon livello di vita sociale. Se riusciremo a completare rapidamente un numero sufficiente di vaccinazioni, si stima che il Pil possa salire più o meno del 5%. E così la domanda interna riprenderebbe vigore. Per la ripresa di quella estera, soprattutto il turismo, si prevedono tempi più lunghi. Per il settore dell’auto, trainante dell’economia, il quadro è al tempo stesso più semplice e più complesso. Più semplice, perché il ricambio del circolante passa per gli incentivi, che hanno sempre dimostrato di imprimere una grande accelerazione alla domanda. Più difficile, perché il decisore politico, fortemente demagogico, ha santificato le vetture elettriche e demonizzato quelle a benzina e diesel, mantenendo un approccio timido sulle ibride.
Ha destinato incentivi in eccesso alle elettriche e insufficienti alle auto tradizionali, diventate negli anni di sempre maggiore qualità e con motori più efficienti per consumi ed emissioni. I fondi assegnati alle auto tradizionali (fino a giugno) andranno esauriti molto prima. Quelli erogati alle elettriche, in vigore tutto l’anno, non saranno utilizzati del tutto come già avvenuto nel 2020. Tale disparità di trattamento è ingiustificata tecnicamente, incomprensibile e di certo uno svantaggio per l’ambiente.
L’offerta di auto elettriche è limitata, i prezzi sono elevati e i punti di ricarica insufficienti. È una nicchia del mercato. Le vetture elettriche, per il momento, possono essere utilizzate in città. Fuori, si rischia di restare fermi e senza possibilità di ricarica. Le moderne auto diesel e benzina sono più efficienti, l’offerta è ampia e a tutti i livelli di prezzo. Non c’è proprio motivo per demonizzarle.
Le ibride sono la soluzione intelligente, a portata di mano e con prezzi adatti a ogni tasca. Rispettano l’ambiente e l’offerta di nuovi modelli è in aumento. La logica deve prevalere sulla demagogia. I fondi per le auto tradizionali vanno aumentati e quelli per le ibride rafforzati, così da rivitalizzare il mercato, dare respiro ai bilanci, andare incontro ai consumatori, ridurre il livello medio di emissioni nocive e frenare la perdita di posti di lavoro.

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