Incentivi: forse ci siamo, ma…
Forse ci siamo. Sarebbe in arrivo un piano di incentivi alla rottamazione allo scopo di risvegliare un mercato dell’auto, quello italiano, in coma. Decisivi saranno i prossimi giorni e decisivo, in particolare, sarà l’atteggiamento della parte più integralista e anti-auto del Movimento 5 stelle. In un emendamento firmato da Gianluca Benamati (Pd) e condiviso da membri di Leu e Iv, sono previsti contributi statali fino a 2.000 euro per il 2020 e di 1.500 euro per il 2021 a beneficio di chi acquista un nuovo veicolo Euro 6 con qualsiasi tipo di alimentazione, quindi anche a benzina o diesel, e rottama contestualmente un automezzo immatricolato da almeno 10 anni.
Il contributo, dice l’emendamento, è concesso a patto che il venditore riconosca uno sconto pari almeno all’entità del bonus statale per il 2020 e del doppio di quello per il 2021. In assenza di rottamazione, il contributo si dimezza. Prevista anche l’esenzione del pagamento del passaggio proprietà per la rottamazione usato su usato. Il fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni viene quindi incrementato di 200 milioni di euro per l’anno 2020 e di 50 milioni per l’anno 2021.
In questo emendamento c’è sicuramente la buona volontà da parte di chi lo ha scritto, recependo – seppur in parte – le istanze presentate da Anfia, Unrae e Federauto. Ma due anni sono pochi. Fatto salvo che importante è partire con qualcosa di concreto, quello che serve veramente è un piano strutturale a lungo termine che risolva il problema della svecchiamento del parco e dia al Paese, in breve tempo, un circolante veramente “pulito” e sicuro.
Riusciranno Benamati & C a far passare l’emendamento “salva auto” e a respingere la fronda ideologica trasversale nella sinistra, ma ben radicata soprattutto nei grillini tutto bici e monopattino? Il buon senso direbbe di sì, ma è proprio il non buon senso che spesso detta legge.
Non resta che attendere la buona novella,sperando che non accada quanto sta succedendo in Germania dove, a fronte di bonus pesanti per auto elettrificate con listino fino a 40.000 euro (6.000 euro e taglio dell’Iva al 16%), le vetture tradizionali beneficiano solo della riduzione dell’Iva, ma zero incentivi. Sarebbe grave se anche da noi gli Euro 6 di ultima generazione venissero trattati a pesci in faccia. Un golpe ideologico, quello tedesco, che in Italia non deve essere imitato.