Incentivi: è ora di applicarli

di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto

Come previsto, anche il secondo mese del 2022 ha chiuso in profondo rosso. Tuttavia, il dossier auto, troppo sottovalutato negli ultimi mesi, ha trovato finalmente un chiaro indirizzo politico, coerente con la transizione ecologica di un comparto dell’economia che contribuisce per il 12% alla ricchezza nazionale. Infatti, il fondo unico pluriennale per il settore automotive, istituito dal Governo con il recente Decreto energia, che include anche gli incentivi di sostegno alla domanda, rappresenta un intervento di ampia portata nell’ambito della strategia complessiva più volte auspicata dalla Federazione e dalle Associazioni automotive, volta sia alla riconversione e all’accompagnamento di tutta la filiera, sia al rinnovo in chiave green del parco circolante autovetture italiano, tra i più datati, inquinanti e insicuri in Europa.

 

Ora, pur nella piena consapevolezza delle priorità del Governo connesse alle gravissime e drammatiche vicende internazionali di questi giorni, di cui auspichiamo una soluzione pacifica attraverso la diplomazia, attendiamo una rapida definizione del provvedimento operativo che dovrà stabilire modalità, criteri e ripartizione delle risorse destinate all’acquisto dei veicoli non inquinanti, altrimenti l’effetto combinato dell’attesa e dei ritardi nelle forniture di veicoli si tradurrà in un’ulteriore frenata del mercato auto. A queste preoccupazioni si aggiunge anche il forte aumento del prezzo del carburante, sia fossile sia elettrico, che rischia di deprimere ulteriormente il comparto.

Resta, invece, ancora aperta la partita europea connessa al pacchetto legislativo “Fit for 55”. Puntare solo sulle motorizzazioni esclusivamente elettriche potrebbe generare un fatale effetto boomerang tale da compromettere le dinamiche collegate alla catena del valore di un settore fondamentale del Paese. Nel rispetto del principio di neutralità tecnologica va rielaborata la strategia della decarbonizzazione e, dunque, rivista la decisione relativa al definitivo abbandono dei motori endotermici delle autovetture nel 2035. La chiarezza su questo aspetto è fondamentale per non turbare le decisioni di acquisto, deprimere i valori residui dei veicoli e impattare ulteriormente sugli equilibri economici e occupazionali delle reti di vendita e della filiera in generale.

Infine, non dimentichiamo che tra i fattori abilitanti allo sviluppo di una mobilità a più basse emissioni rientrala revisione generale della fiscalità sull’auto aziendale e una rete di ricarica elettrica adeguata.

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