Incentivi: benefici anche alle fabbriche di auto in Italia
di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
Anche a maggio il mercato dell’auto europeo, pur mostrando un altro segno positivo, non riesce a compensare del tutto le perdite registrate nello stesso mese del 2020, che, a causa delle ripercussioni legate alla gestione della crisi sanitaria, aveva chiuso in flessione del 57%, perdendo 820.000 unità rispetto a maggio 2019. Il quinto mese del 2021 è quindi in ribasso del 25% rispetto maggio 2019, pur registrando 460.000 unità in più rispetto a maggio 2020.
Tra i major market (includendo Ughjkk), nel mese, incremento a tre cifre per il Regno Unito (+674,1%) e per la Spagna (+177,8%), seguiti dai rialzi a doppia cifra di Francia (+46,4%), Italia (+43%) e Germania (+37,2%). La ripresa dallo shock pandemico, che sarà graduale e non priva di incognite, necessita del sostegno di adeguate misure di stimolo alla domanda indispensabili anche per garantire la normalizzazione dei livelli produttivi e per non interrompere il processo di svecchiamento del parco circolante secondo le politiche di decarbonizzazione che l’Europa ha deciso di perseguire.
Il mercato italiano a maggio presenta volumi in ribasso del 27,9% rispetto allo stesso mese del 2019, pre-pandemia, e anche il cumulato da inizio 2021 è inferiore del 19,3% rispetto a gennaio-maggio 2019. Il nostro Paese cede quindi una posizione diventando il terzo mercato per volumi di immatricolazioni dopo Germania e Uk, conseguenza del venir meno degli incentivi all’acquisto di nuove vetture nella fascia 61-135 g/km di CO2, ormai da tempo esauriti e in attesa di rifinanziamento.
Desidero ricordare che questa specifica misura ha fatto registrare, nei primi due mesi dell’anno in corso, volumi addizionali di vendita di autovetture a basse emissioni pari a 40.000 unità, vale a dire il 28% in più rispetto al primo bimestre dello scorso anno, non ancora toccato dalla
pandemia, con più di un quinto (21%) delle 166.282 auto incentivate prodotto negli stabilimenti italiani.