In viaggio: nel Senese con Maserati Levante Hybrid

di Lorenzo Palma

Parola d’ordine: rinnovamento. Il 2021, per Maserati Levante, è stato l’anno di un rinnovamento, profondo per certi aspetti e più leggero per altri, ma sicuramente è l’introduzione di una motorizzazione ibrida una delle cose più interessanti. È un Suv regale, capace di vedersela ad armi pari con tutta la concorrenza più agguerrita che, sì, probabilmente è più avanzata tecnologicamente su certi punti di vista, ma in quanto a dinamica di guida e prestigio non ha niente che può impensierire l’italiana. E allora quale migliore occasione per provare la sua velocità, il suo comfort e le sue caratteristiche di guida se non su un percorso misto, tra autostrada, statali e montagna. Destinazione: Montalcino, 450 km di piacere puro.

 L’impostazione della Levante è quella di un Suv di grandi dimensioni slanciato e ben piazzato a terra che, con un muso lungo e affilato e una coda sfuggente, veste bene i suoi 5 metri di lunghezza e quasi due di larghezza. L’altezza da terra può essere impostata su vari livelli tramite le sospensioni pneumatiche. Venendo al bagagliaio, la scheda tecnica recita 580 litri e perciò è tra i più piccoli della categoria. Peccato, perché la trasferta di lavoro prevede un carico ingombrante per le riprese video. I dettagli sono molto curati, come i rivestimenti, i binari, le fasce elastiche, la presa Levante è un concentrato di sapiente manodopera industrializzata. Al tatto e alla vista l’abitacolo trasmette tutto il suo carattere premium, ma poi è con i pellami Ermenegildo Zegna che diventa speciale.

Dalla zona dei Navigli di Milano imbocchiamo rapidamente l’A1: Levante soffre un po le basse velocità, mentre passato il casello la guida diventa piacere puro. Le forme della parte alta della plancia sono sinuose e impreziosite da inserti ricercati e impunture precise. Il tunnel centrale ospita una nuova leva del cambio e due scomparti, uno dei quali cela le prese Usb, Aux e uno slot per il telefono, ed è ben rivestito. L’altro ospita i portabicchieri e una presa di ricarica 12V, ma con il piano black è facile lasciarci le impronte delle dita sopra. Il bracciolo nasconde un ampio vano con un’altra presa di ricarica ed è anche’esso rivestito.

La prima sosta utile per un po’ di ristoro è Sinalunga, uscendo a Val di Chiana: appena fuori il paese c’è la rotonda del casello dell’A1 e lì vicino si trova La Campanella, un po’ defilata sul lato sinistro della strada. Un ristorante solare, fresco e pulitissimo che ci ha attratto in lontananza per la veranda popolata di businessmen rilassati in pausa pranzo.

Accolti con cordialità e calore dal proprietario e da sua figlia, si respira aria caprese: pesce cucinato in modo semplice, saporito e leggero, paccheri campani e cozze ma anche pici toscani e orata in guazzetto di pomodorini a “km 12”, colti dal piccolo orto privato, che profumano anche le bruschette di antipasto.Chiudono il pranzo la leggiadra torta caprese al cioccolato e un limoncello come si deve. Ci restano 45 km di tornanti nella campagna senese, con già molti alberi in fiore che annunciano la primavera imminente, sotto un cielo sereno. E a proposito di cielo, quello di Levante è rivestito in Alcantara, per contro la plastica delle maniglie sul tetto non è di grande qualità. Un punto debole di Levante prima dell’aggiornamento era l’infotainment, ora invece è tutto nuovo. Si basa su Android ed è chiaro, veloce e ben organizzabile nel layout. Lo schermo mantiene la diagonale precedente, forse è questo l’unico neo rispetto a qualche concorrente che invece offre schermi più ampi. Il navigatore che è fluido e reattivo, mostra il traffico e i prezzi dei distributori in tempo reale. Ci sono ovviamente Android Auto e Apple CarPlay, anche wireless.

Il comfort passa per uno sterzo che non è leggero, ma preciso – in modo da saper percepire meglio le inerzie, controllandole – e grande è la tenuta di strada, con una trazione integrale che di base funziona come una 100% posteriore ma che, in caso di necessità o a seconda delle modalità di guida, arriva al 50 e 50 in appena 150 millisecondi. La versione Hybrid migliora la distribuzione dei pesi con un motore più leggero davanti e la batteria posizionata invece dietro. Ha un 2.0 quattro cilindri abbinato a un modulo elettrico da 48 V che accumula energia elettrica in una batteria agli ioni di litio e fornisce una coppia extra al benzina, aiutandolo.

Nei tornanti finali della Cassia apprezziamo tutta la potenza di questa Maserati pur nei rapporti corti: il cambio automatico a 8 rapporti sa essere sia fluido e rilassante, ma anche veloce e poi i paddle in alluminio sono molto belli da usare e vedere. Le prestazioni ci sono, ma bisogna “salire”, nel senso che i 330 cv di potenza massima sono erogati a 5.750 giri mentre i 450 Nm di coppia a 2.250. La velocità massima è di 245 km/h e lo 0-100 coperto in soli 6 secondi.

In città è buona la capacità di assorbimento anche con i cerchi da 21”. Lo start & stop è spesso lento nel riavvio del motore, specie quando questo è un po’ freddo, e perciò durante la prova è stato meglio disattivarlo. Siamo arrivati a destinazione e la piacevolezza del viaggio è esaltata dall’accoglienza di Roberto Minnetti, chef stellato che ci chiede un giudizio a caldo su Maserati Levante: volentieri lo accontentiamo,, non senza prima degustare l’immancabile Brunello di Montalcino accompagnato da piatti salumi di cinta, pecorino di Pienza, vin santo e cantucci della casa. Il giudizio non poteva che essere di eccellenza: in linea con il menù della serata.

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