Il trasporto in auto dei bambini, facciamo chiarezza
di Gianfranco Chierchini
Dall’inizio del 2017, una normativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, recependo il Regolamento ECE/ONU 129, impone che per il trasporto in auto di bambini appartenenti al cosiddetto “Gruppo 2”, cioè alti meno di 125 centimetri e di peso tra 15 e 36 chili, debba essere impiegato un seggiolino dotato di schienale e non più il booster, un semplice rialzo che permette alla cintura di sicurezza in dotazione alla vettura di proteggere meglio il piccolo e di non fargli del male in caso di incidente. Continuano invece a esser utilizzabili i rialzi, se il bambino ha un’altezza tra 125 e 150 centimetri, appartenente cioè al “Gruppo 3”.
Che fare per quei genitori che hanno bambini del Gruppo 2 e che avevano comperato il rialzo?
Una recente precisazione del ministero risponde al quesito: la nuova normativa riguarda per ora i produttori e l’omologazione dei loro nuovi prodotti, mentre i genitori possono utilizzare ancora il rialzo che avevano comperato, così come i negozianti possono continuare a vendere tali prodotti sino all’esaurimento delle scorte.
In altri termini, come ricorda anche Asaps, l’Associazione dei sostenitori ed amici della Polizia stradale presieduta da Giordano Biserni, il genitore che ha un figlio inferiore ai 125 centimetri ma di peso superiore ai 15 chili, “può decidere secondo coscienza se continuare a impiegarlo o se passare a uno con schienale, comunque più sicuro”. Ugualmente, è ancora possibile acquistare, sempre per questi bimbi del “Gruppo 2”, un modello privo di schienale.
E’ facilmente intuibile che la nuova normativa, al di là di questa precisazione, alza il livello di sicurezza per i bambini trasportati, proseguendo lungo un filone che in questi ultimi due decenni ha dato buoni risultati, riducendo ad esempio nel quinquennio 2010-2015 le morti di bambini sotto i 14 anni del 37 % e i feriti del 7%. Risultati “buoni” rispetto al passato, certo, ma non ammissibili in una società avanzata come la nostra, costretta a conteggiare nel 2015, per questi piccoli, ben 39 decessi e ben 11.440 feriti trasportati d’urgenza ai Pronto soccorso degli ospedali.