Il “tavolo automotive” che fine ha fatto?
di Michele Crisci*
Il 2020, con l’entrata in vigore dei nuovi limiti europei alle emissioni di CO2 e delle relative sanzioni, sarà un anno estremamente critico per le Case auto già impegnate a sostenere investimenti miliardari per la elettrificazione e l’automazione . In questo contesto, con una domanda debole e volatile, il quadro normativo italiano aggiunge incertezza a incertezza, nella assoluta mancanza di un approccio strategico coerente e di un orizzonte – se non di lungo – almeno di medio periodo.
Si susseguono -p proposte di provvedimenti scoordinati e incongruenti privi di una visione d’insieme, senza nessun coinvolgimento degli operatori di settore se non a cose fatte, con una tecnica “per tentativi” che scatena il panico per poi dichiarare la massima apertura al dialogo e tornare sui propri passi.
In questo modo, anziché lavorare di concerto per costruire un sistema di sostegno che garantisca un futuro a un settore in difficoltà, fondamentale per l’economia del Paese, il rischio è di giocare solo e continuamente di rimessa con un approccio a volte verniciato di ”green”, ma senza una necessaria e condivisa visione strategica.
Un esempio per tutti, la proposta di inasprimento della tassazione sulle auto in uso promiscuo, peraltro inizialmente formulata in totale inosservanza del principio di neutralità tecnologica: da oltre un mese tiene l’intera filiera sotto scacco e milioni di utilizzatori col fiato sospeso, in attesa di una versione definitiva che ancora non vede la luce. L’unico risultato – in vista di un extra gettito tutto da dimostrare – è stato sinora quello di congelare tutte le decisioni di acquisto aziendali, come si dovrà purtroppo constatare nei consuntivi dei prossimi mesi.
Un anno molto faticoso volge al termine in un clima di assoluta incertezza per automobilisti e operatori che si trovano nell’impossibilità di pianificare le proprie attività: e il “tavolo automotive”, nel frattempo, aspetta ancora di essere convocato…
*Presidente di Unrae