La retromarcia sulle accise crea un precedente. Da sfruttare
Monumentale Paolo Zabeo, responsabile dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. Senza volerlo ha impartito un’incredibile lezione a chi si lamenta sempre, senza ottenere risultati concreti, creando al tempo stesso un imbarazzante precedente per questo governo e quelli futuri. Dapprima il bravo Zabeo fa sapere a mari e monti che dall’1 gennaio 2017 il rincaro dei carburanti sarà inevitabile a causa dell’ennesimo aumento delle odiose accise, come stabilito dal governo Letta nel 2014. Quindi, qualche ore dopo, lo stesso Zabeo invia una nota stampa dove, gongolante, annuncio quanto segue: “Apprendiamo in questo momento che dopo la nostra denuncia l’Esecutivo, come da nostra richiesta, ha modificato la legge di Bilancio 2017 sterilizzando l’aumento delle accise sui carburanti previste dalla legge Finanziaria 2014. Una decisione che ha scongiurato un aumento della tassazione pari a 220 milioni per l’anno 2017 e di altri 199 milioni per il 2018″.
Bravo Zabeo, sempre preciso nelle sue analisi settimanali, ma ottima soprattutto la tempistica. La sua denuncia è infatti arrivata a poco più di un mese dal referendum sulla riforma costituzionale, e la notizia di un aumento imminente delle accise avrebbe sicuramente giocato contro il premier Matteo Renzi, che sulla consultazione del 4 dicembre si gioca il futuro politico. La filiera dell’auto, dunque, prenda esempio dalla Cgia di Mestre: se ha qualcosa di cui lamentarsi (e di cose ce ne sono tante) lo faccia sapere a ridosso di qualche appuntamento politico delicato. Il precedente sulle accise (che tra l’altro Renzi aveva detto in tv che le avrebbe abolite, giudicandole vergognose) deve fare scuola.
Pierluigi Bonora