Il progetto “Sicuri in bicicletta” e l’importanza del rispetto reciproco
Aumentare la sicurezza dei ciclisti sulla strada attraverso una serie di iniziative che favoriscano l’utilizzo di protezioni e, al tempo stesso, riducano i comportamenti a rischio di chi usa la bicicletta per una passeggiata o per un allenamento. È lo scopo del progetto “Sicuri in bicicletta”, realizzato dalla Fondazione Ania e dalla Federazione Ciclistica Italiana in collaborazione con la Polizia di Stato e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’iniziativa è nata per tutelare una delle categorie di utenti della strada più a rischio di incidenti: una platea di oltre 12 milioni di persone, se si sommano coloro che ogni giorno usano la bicicletta per effettuare il percorso casa lavoro o per una pedalata nel tempo libero, ai 17mila giovani (degli oltre 75000 atleti iscritti alla FCI), molti dei quali si allenano sulle strade.
Incontri formativi
Saranno i ragazzi i primi a essere coinvolti da “Sicuri in bicicletta”, partecipando a incontri formativi nel corso dei quali verranno illustrati i corretti comportamenti da tenere con la bicicletta quando si viaggia su strada. In questi incontri saranno naturalmente coinvolti i dirigenti e i tecnici delle società giovanili e anche i genitori. Il Centro Studi della FCI, inoltre, ha inserito, nei programmi dei corsi per tecnici federali, una lezione dedicata alla sicurezza stradale e ha previsto un percorso formativo specifico per la preparazione di personale che svolga iniziative sulla sicurezza in bicicletta negli istituti scolastici. Oltre che in ambito agonistico, l’iniziativa si svilupperà anche in ambito scolastico, con incontri dedicati all’educazione stradale degli alunni in vari istituti di tutta Italia.
Con “Sicuri in bicicletta” si punta anche ad aumentare l’utilizzo delle protezioni come il casco o le pettorine che contribuiscono ad aumentare la visibilità dei ciclisti, essenziale per la sicurezza in bicicletta. È, comunque, molto importante avere un vestiario che permetta al ciclista di essere notato dagli altri utenti della strada, anche prima del tramonto.
I materiali
Per il progetto “Sicuri in bicicletta” sono stati realizzati video tutorial che verranno utilizzati durante le lezioni per descrivere le manovre corrette da eseguire quando si guida una bicicletta su strada. A tutti gli iscritti della Federazione verrà distribuito un opuscolo informativo che riepiloga le principali regole da rispettare quando si va in bici e, a coloro che parteciperanno ai momenti di formazione, verrà regalata una pettorina ad alta visibilità. Il materiale sarà scaricabile e consultabile sui siti internet di Fondazione AniaA www.fondazioneania.it, FCI www.federciclismo.it, Polizia di Stato www.poliziadistato.it, e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti www.mit.gov.it, .
Iniziativa lodevole
A presentare ufficialmente il progetto sono stati proprio i rappresentanti della Federazione Ciclistica Italiana, Fondazione Ania, Polizia di Stato e MIT. Ad aprire le danze è stato il presidente FCI, Renato Di Rocco: “Tutto quello che serve a salvaguardare la salute e la sicurezza di chi va in bicicletta ci riguarda. Il nostro è un impegno che portiamo avanti dall’inizio del nostro mandato e nel quale crediamo fermamente. Ringrazio gli autorevoli partner che hanno scelto di percorrere questo tragitto con noi, dalla Fondazione Ania, alla Polizia Stradale e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Con loro ci lega un rapporto che in questi anni ha permesso di realizzare numerose iniziative, tutte con l’obiettivo primario di sensibilizzare riguardo la sicurezza dei ciclisti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione ANIA: “La bicicletta non deve essere vista soltanto dal punto di vista agonistico, ma rappresenta prima di tutto un mezzo per lo spostamento di milioni di persone, che si muovono su strada all’interno di un sistema di mobilità che, spesso, non li agevola. E la sicurezza di chi va in bici è il tema su cui bisogna concentrare l’attenzione, perché ora come ora non ce n’è abbastanza”, sottolinea Guidoni. Che aggiunge: “Vogliamo fare qualcosa di concreto. E il modo migliore è educare, far capire l’importanza del rispetto nei confronti degli utenti della strada più deboli. La nostra è una vera e propria attività di formazione, attraverso dei video tutorial che spiegano i comportamenti corretti da tenere sulla strada. In attesa di nuovi e fondamentali interventi di sicurezza stradale e di modifiche specifiche al Codice della strada che possono consentire a chi va in bicicletta di essere più protetto”.
Parla la Polizia di Stato
Su questo punto è intervenuto poi il prefetto Roberto Sgalla, direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato: “Sono contentissimo di poter prendere parte a questa iniziativa, che permetterà a tanti ragazzi di capire l’importanza della convivenza tra automobilisti e ciclisti sulla strada. Che si potrà realizzare soltanto rispettando reciprocamente le regole che prevede il Codice della strada. Un’idea che ci fa fare un difficile salto in avanti nella ricerca della sicurezza dei ciclisti: i loro comportamenti possono fare la differenza. Faremo di tutto per riproporre l’esigenza di rimettere mano al Codice, per focalizzare l’attenzione sul tema della visibilità e per arrivare all’uso del casco obbligatorio”.
Due campionesse
A dare ancor più significato ad un tema fondamentale come la sicurezza, c’erano Elia Viviani, Oro olimpico a Rio 2016, ed Elena Pirrone, due volte campionessa del mondo. “È un argomento decisamente importante anche per noi atleti – l’intervento dell’azzurrina -. Quando io e le mie compagne di squadra corriamo su strada, ci sono diverse cose a cui stiamo attente: innanzitutto dobbiamo fare in modo di farci vedere, e anche se siamo in gruppo cerchiamo di pedalare in fila indiana per dare meno fastidio e per evitare ogni possibile contatto con le auto. L’attenzione, da parte di ogni utente della strada, non deve mai calare”.
Decisamente d’accordo Elia Viviani, che sottolinea l’esigenza di “fare qualcosa di concreto. È una grandissima iniziativa, perché insegnare ai ragazzi le regole del corretto comportamento su strada attraverso dei video così ben fatti ed interessanti è veramente una buona idea. L’istruzione e il casco obbligatorio sono a mio parere due strumenti fondamentali per evitare tante morti sulle strade. Utilizzare la bicicletta per formare i ragazzi sull’educazione stradale è una mossa intelligente e importantissima, anche perché oggi il ciclista sulla strada è visto quasi come un intralcio. Bisogna educare gli automobilisti al rispetto nei confronti di noi ciclisti, ma allo stesso tempo fare in modo che anche i ciclisti rispettino gli automobilisti. Partire dai ragazzi, che sono non solo i futuri ciclisti ma soprattutto i futuri automobilisti, è la strada giusta”.
L’istituzione
Infine, il direttore generale sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Vitelli: “Il MIT continua a muoversi nell’ambito dello sport, per promuovere il discorso sicurezza. Sono felice di essere stato coinvolto in questo progetto, che è solo uno dei tanti che ci lega alla Federazione Ciclistica Italiana, a cui siamo molto vicini”.