Massimo Ghenzer
Il modello Nordeuropa fa scuola
di Massimo Ghenzer*
In Europa circa un terzo dei volumi viene venduto dai tre gruppi tedeschi: Volkswagen, Bmw e Mercedes. Una vettura su cinque arriva dai francesi, e con l’acquisizione di Opel da parte di Psa, i transalpini si accingono a rappresentare circa il 25% del mercato continentale. I coreani sono in crescita e i giapponesi fanno buoni numeri ma, sostanzialmente, in Europa sono marginali. Alcuni governi, ultimamente il britannico, hanno introdotto misure per agevolare acquisto di vetture poco inquinanti e realizzare, nel tempo, il rinnovo del parco. La sintesi è che la crisi in Europa è sostanzialmente ai titoli di coda e all’orizzonte c’è sempre più la crescita.
Anche il mercato italiano all’apparenza cresce (battuta d’arresto di aprile a parte), ma se si va in profondità le preoccupazioni e le incertezze non sono irrilevanti. Una serie di problemi che potrebbero essere girati in opportunità, sono identificati.
Governo assente e battaglia tra Case
Nel nostro mercato a differenza di quelli Nordeuropei, il governo non sembra avere a cuore il miglioramento del parco circolate, e le Case sono indotte a farsi una battaglia feroce per mantenere e crescere i volumi di vendita.
Sconti e promozioni continuamente vengono offerti al consumatore finale. La grande crescita dei volumi si registra principalmente tra gli acquisti dei noleggiatori e delle società.
Mercato “drogato”
E come se non bastasse, il mercato italiano è «drogato» da forti anticipazioni, con un rilevante numero di vetture immatricolate, ma che ancora non hanno un cliente (lo troveranno più avanti tra coloro che cercano di fare l’affare). Queste vetture immatricolate, ma ancora non vendute, sono i cosiddetti «Km 0». Si continua a realizzare un numero molto elevato di vetture a «chilometro zero» e ciò non è particolarmente esaltante, perché senza queste unità il risultato è che forse il nostro mercato sarebbe in una posizione di stallo.
Le crisi del passato, pur nella loro severità, hanno sempre indotto a ricercare l’innovazione e non soltanto la forzatura continua e costante delle promozione.
È auspicabile che presto il governo riveda la fiscalità del settore, agevoli le società all’acquisto e favorisca il rinnovo del parco con iniziative simili a quelle prese in Nordeuropa.
*Presidente di Areté-Methodos