Il presidente di Seat, Luca de Meo, ha condiviso la sua visione in merito al futuro economico dell’Europa con i giovani studenti della rinomata Scuola di Politiche, in un incontro presieduto dall’ex primo ministro Enrico Letta, in occasione della cerimonia di chiusura della terza edizione della Summer School, tenutasi recentemente a Cesenatico. De Meo ha riflettuto sulle sfide che il settore automobilistico è chiamato ad affrontare, in un contesto di trasformazione indotta dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale e dai cambiamenti nella mobilità urbana. Luca de Meo ha sottolineato che per affrontare con successo il futuro, l’Europa ha bisogno di maggiore cooperazione.
Il futuro dell’auto e della mobilità
di Luca De Meo*
Le aziende, la Pubblica amministrazione, le istituzioni finanziarie e gli agenti sociali devono collaborare e lavorare mano nella mano per promuovere un modello europeo di innovazione. Dobbiamo anche creare nuovi ambienti collaborativi, cluster o centri di innovazione che compensino le piccole e medie imprese per la loro mancanza di dimensione per affrontare le sfide e l’industria 4.0.
È imprescindibile una politica che favorisca lo sviluppo di settori all’avanguardia, la concorrenza e la crescita imprenditoriale e che stimoli la formazione dei lavoratori. Abbiamo bisogno di un quadro istituzionale e normativo stabile e patti di Stato per favorire la competitività e l’internazionalizzazione delle aziende.
Ogni rivoluzione industriale ha segnato un punto d’inflessione nella storia, ma a differenza dalle precedenti, la quarta rivoluzione ha un’origine diversa per quanto con i cambiamenti nelle abitudini di consumo dati dall’accesso all’Internet mobile e dall’iperconnettività, è la società stessa a obbligarci a cambiare l’industria.
La cosiddetta industria 4.0 comporterà dei cambiamenti nel futuro dell’occupazione, dove la formazione avrà un ruolo molto rilevante. Alla trasformazione dei profili professionali non consegue necessariamente la distruzione di posti di lavoro. È possibile reindirizzare la natura del lavoro e formare i dipendenti perché sviluppino tutto il loro potenziale e si trasformino insieme all’industria. L’innovazione e la formazione sono le due leve fondamentali per il cambiamento.
L’auto elettrica, autonoma e condivisa cambierà completamente la propria architettura e l’esperienza da parte dell’utente. La chiave è, senza dubbio, nella connettività, in quanto non può esserci un’auto autonoma o condivisa senza connettività, che diventerà quindi un fattore determinante nella decisione d’acquisto della vettura.
L’auto smette di essere un oggetto che ci trasporta e diventa una piattaforma di connessione, dove il guidatore non sarà il punto finale della catena, ma il centro della rete. Il fatto è che le vetture elettriche hanno ancora tanta strada da fare, dato che solo l’1% degli oltre 14 milioni di automobili vendute in Europa Occidentale nel 2017 erano 100% elettriche. Il successo dipenderà in gran parte dalle amministrazioni e terzi: infrastrutture, punti di ricarica, localizzazione degli impianti produttivi delle batterie, ecc. Quando avranno raggiunto il doppio dell’autonomia, saranno sempre cariche e saranno più economiche, allora le auto elettriche diventeranno la maggioranza.
E quando l’Amministrazione regola determinati settori, deve rispettare il principio della “neutralità tecnologica” e dirci cosa fare, ma non come. Senza la mobilità individuale, la crescita economica non è possibile. A oggi, non si concepisce il benessere senza un’auto. Allo stesso tempo, le grandi città richiedono soluzioni di mobilità impensabili fino a pochi anni fa. In futuro l’auto diventerà una proprietà condivisa oppure un servizio di trasporto, in cui l’utente pagherà per la corsa e non per il veicolo.
*Presidente di Seat