Angelo Sticchi Damiani, presidente di Aci
Il fisco per una mobilità più sicura e pulita
Attraverso un’equa leva fiscale sulla mobilità si può stimolare la ricerca verso combustibili a sempre più basso impatto ambientale, incentivare nuovi propulsori più efficienti, promuovere nuove forme di analisi dei dati per la prevenzione degli incidenti ed orientare al meglio le scelte politiche per migliorare i comportamenti di guida. È quanto nel corso del workshop “Fisco, Ambiente, Sicurezza e Salute”, svoltosi a Milano, organizzato dall’Automobile Club d’Italia con l’intervento di Regione Lombardia, Regione Liguria, Istat, Eni e Università “La Sapienza” di Roma.
“La sicurezza della circolazione e la tutela della salute sono i cardini dell’Automobile Club Italia – ha dichiarato Salvatore Moretto, Direttore Aci del Servizio gestione Tasse automobilistiche – e la cronaca di questi giorni dimostra come tali obiettivi dipendano dalle infrastrutture, dai dispositivi di sicurezza del veicolo, dall’efficienza dei motori e dei combustibili, ma soprattutto dai corretti comportamenti di guida: ancora oggi 9 incidenti su 10 sono causati dal comportamento scorretto del conducente”.
Dati sempre allarmanti
L’anno scorso in Italia 174.933 incidenti stradali hanno ucciso 3.378 persone, con costi sociali superiori a 19,3 miliardi di euro, pari a oltre 1,1% del Pil. Il tema della sicurezza tocca da vicino anche il lavoro: 322 incidenti mortali sono avvenuti durante gli spostamenti di lavoro.
Il web al servizio della sicurezza
Statistiche sempre più efficaci possono orientare al meglio gli interventi a livello nazionale e locale. Proprio per questo, Monica Scannapieco, Responsabile del Servizio Architettura Integrata dei dati e dei processi di Istat, ha annunciato che “l’Istituto Nazionale di Statistica ha avviato un programma innovativo di smart statistics, con sistemi integrati di dati che sfruttano anche le nuove fonti come Google Traffic e Waze. Attraverso un’ampia mole di dati georeferenziati si possono integrare le analisi a supporto di tutte le scelte strategiche sulla mobilità”.
Nei prossimi due anni la mobilità sulle strade genererà 40 zettabytes di dati, equivalenti a quattro milioni di anni di video in alta definizione: se 1 auto su 4 circolante oggi a S. Francisco fosse autonoma, la mole di dati registrata in un anno sarebbe pari al totale prodotto finora da Twitter. “I dati non vanno solo accumulati -ha evidenziato Maurizio Lenzerini, Ordinario di Computer Science dell’Università “La Sapienza” di Roma – ma analizzati con un metodo scientifico rigoroso, il cui contributo risale fino ad Aristotele e al suo concetto di ontologia”.
Le tecnologie utili per l’ambiente
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente connessi al rapporto mobilità-energia, Giuseppe Ricci, Chief Refining e Marketing Officer di Eni, ha spiegato come “la mobilità sostenibile sia un tema da affrontare con azioni sinergiche, nelle quali tutte le tecnologie sono chiamate a dare il proprio contributo. Serve un approccio intermodale tra i diversi sistemi locali di trasporto come servizi pubblici, car sharing e impiego di carburanti alternativi. Il ricambio veicolare pubblico e privato porterebbe a una significativa riduzione delle emissioni inquinanti, grazie all’impiego di mezzi più efficienti ed evoluti sotto il profilo tecnologico e alimentati con carburanti a minor impatto carbonico”.
Realtà o utopia?
Il mondo accademico è pronto a dare il suo contributo. Secondo Alessandro Corsini, docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente dell’Università “La Sapienza” di Roma, “è possibile pensare a un futuro dove le automobili saranno alimentate con olio di palma, olio di girasole e oli esausti come quelli dei fast food. Non esistono barriere tecnologiche per auto più sicure e pulite: i sensori sui veicoli consentono già oggi di riconoscere un potenziale guasto con 15 minuti di anticipo”.
I bonus della Lombardia
Sulle potenzialità della leva fiscale si è invece concentrata Lucia Marsella, Responsabile dell’Unità Organizzativa per la Tutela delle Entrate della Regione Lombardia, che ha sottolineato come sia stato “già adottato un Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria, caratterizzato da misure incentivanti per la sostituzione delle auto più inquinanti, e realizzato l’archivio fiscale dei veicoli, basato sui dati del Pra e alimentato da tutte le Pubbliche Amministrazioni. È prevista inoltre l’integrazione di questa piattaforma con i dati sanitari e quelli in possesso dell’Agenzia delle Entrate per contrastare ancora più efficacemente l’evasione fiscale”.
L’asse Aci-Istat
“La politica è chiamata a fare un passo avanti – ha concluso Raul Giampedrone, Assessore della Regione Liguria con delega ai Lavori Pubblici, alle Infrastrutture e all’Ambiente – e la Pubblica Amministrazione deve fare sistema. In quest’ottica è auspicabile che la collaborazione tra Aci e Istat possa essere a servizio anche delle scelte ambientali: guardando per esempio ai provvedimenti dei sindaci sulla mobilità urbana, dati ancora più puntuali e precisi aumenterebbero l’efficacia delle misure adottate, circoscrivendone al massimo l’impatto territoriale e temporale”.