Il designer Busse (Stellantis): “Immagino già la prima Alfa elettrica…” 

di Roberta Pasero

E pensare che da bambino Klaus Busse voleva fare l’archeologo. Come Indiana Jones sognava di andare in cerca di reperti e di avventura. “Però negli stessi anni la televisione mandava in onda Miami vice e Magnum PI, dove l’avventura correva a bordo di automobili da far girare la testa, dove correva la mia immaginazione. Cominciai a pensare che avrei potuto disegnare i miei sogni a quattro ruote. Che erano quelli di creare Lamborghini e Ferrari del futuro”.

Nasceva allora il car designer tedesco Klaus Busse, designer Stellantis e capo del Centro stile a Torino, l’uomo che trasforma linee e forme in architetture in movimento con marchio Maserati, Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Sue sono, tra le tante, le pluripremiate Alfa Romeo Giulia GTA, Nuova Fiat 500, Maserati MC20, la concept car Fiat Centoventi elettrica. Nasceva quando a dominare non era la tecnologia e i sogni si disegnavano a mano libera, creando bellezza razionale e irrazionale.

“Oggi, come allora, quando mi metto davanti al foglio bianco è l’irrazionale che guida la mia mano. Sono le sensazioni, le emozioni che diventano linee. Linee muscolose, ma anche morbide, soft”, spiega Busse, un passato in Mercedes-Benz e negli Stati Uniti per i marchi Chrysler, Jeep, Dodge e Ram. “Poi è ancora molto importante scolpire manualmente, modellare il prototipo a mano, come gli artigiani rinascimentali facevano con le opere d’arte”.

Uno, dieci, cento icone del made in Italy. Ma nel cuore di Klaus Busse, che il “Motor Trend Magazine” ha incluso tra le 50 persone più influenti dell’industria automotive, brilla particolarmente Alfa Romeo. “E’ un equilibrio perfetto tra heritage, velocità, bellezza, aerodinamica, sensualità. E’ design innovativo cominciato ben oltre un secolo fa”. Macchine del tempo firmate da designers grandi firme, come Boano, Gandini, Scaglione, Spada, Pininfarina, Bertone, Giugiaro, Zagato, con un tocco d’artista che rimane come un imprinting sulla carrozzeria di ogni Alfa Romeo.

 

Proprio come la sua personalissima coupé, un’ Alfa Romeo 4C con livrea provvisoria delle racing cars, nera con cuori e quadrifogli rossi, con il numero sulle portiere, come su tutte le auto da corsa e il nome Klaus Busse scritto in corsivo. “Un pezzo unico che nel 2019 mi sono dedicato per festeggiare i miei 50 anni, 50 come il numero che c’è sulla carrozzeria. Però, in realtà, ogni Alfa Romeo è un’opera d’arte da ammirare e da toccare. Io dico sempre che si scopre un’Alfa Romeo soltanto lavandola a mano, accarezzandone i paraurti, le fiancate, la fanalatura. Toccare un’Alfa Romeo dev’essere sempre un’esperienza sensuale. Come quando si acquista un bell’abito lo si guarda e lo si tocca. E Lo stesso va fatto con un’automobile”.

 

Ma anche gli interni di ogni modello hanno l’inconfondibile Dna Alfa Romeo. “Lo screen iperconnesso è sempre relativamente grande, perché il vero alfista non deve mai ostentare. E non può avere distrazioni. Soprattutto non deve avere davanti agli occhi un oggetto vanitoso che gli dica “Guardami, guardami”, ma una tecnologia al suo servizio, che lo aiuti a guidare, non a farsi guidare”.

E sarà così finché arriverà il tempo dell’Alfa full electric e a guida autonoma, che cambierà il total look. “Quella autonoma non avrà bisogno di fari, ma di piccole luci posizionate qui e lá sul tetto, un po’ come hanno gli aeroplani”, immagina Klaus Busse. ”Quella elettrica, invece, sul frontale non avrà necessità di areazione e dunque tutto ruoterà attorno all’inconfondibile e iconico scudetto trilobo col biscione. In fondo la storia del mito Alfa Romeo parte proprio da qui”.

 

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