Il cellulare alla guida e Cesare Beccaria
di Gianfranco Chierchini
In un recente articolo sul sempre ben informato portale dell’Associazione degli Amici e Sostenitori della Polizia Stradale, Asaps, sono state descritte le sanzioni previste in molti Paesi europei per l’uso del cellulare alla guida. L’articolo è interessante perché permette un confronto con la prossima applicazione in Italia di sanzioni più elevate delle attuali, sanzioni che collocherebbero il nostro Paese al primo posto per severità.
La multa “salata”
Tralasciando le particolarità di questa o quella nazione, qui preme affrontare il problema di fondo: una multa elevata, da sola, è in grado di scoraggiare i comportamenti scorretti? La questione della contravvenzione “salata” per l’uso del cellulare alla guida, uso molto rischioso ma purtroppo non ancora percepito come tale, si può allargare a tanti altri aspetti del vivere sociale, molto meno pericolosi: ad esempio, alla recente introduzione di una multa fino a 200 euro per chi sporca il marciapiede gettando il mozzicone di sigaretta per terra. Oppure, per restare nel campo della mobilità, si pensi alla ridicola decisione negli Anni Novanta di applicare una contravvenzione fino a 2 milioni e mezzo delle lire d’allora per un veicolo parcheggiato in prossimità di un monumento storico, bene prezioso deturpato dalla presenza delle lamiere della vettura.
Controlli e comunicazione
Non c’è dubbio che il solo aumento della contravvenzione non serve a modificare i comportamenti scorretti se non c’è una sufficiente capacità di controllo. E per controllo si intende certamente la capacità di effettuare contravvenzioni, ma soprattutto si intende la capacità dell’ente pubblico di esser presente nel territorio e di scoraggiare in modo preventivo il comportamento scorretto. E di riuscire a diffondere nell’opinione pubblica i motivi per cui distrarsi al cellulare, in autostrada ed in città, è come attraversare una strada a occhi chiusi. Non è facile, certo.
Ma far leva soltanto sull’aumento economico della sanzione è inutile. E quelle rare volte che viene elevata una multa di consistente valore, il cittadino si sente una vittima ingiustamente colpita e l’opinione pubblica sta dalla sua parte: è il caso di quella mamma milanese che aspettando l’uscita del figlio dalla scuola elementare fumava e ha gettato per terra il mozzicone: multata, ha avuto gli onori della cronaca ed è stata equiparata a quella bambina che, tempo fa, vendendo i suoi giornalini usati sul marciapiede è stata multata per irregolare esercizio commerciale.
Torna alla mente la famosa frase del Beccaria: “Per contrastare i delitti “non conta l’entità, ma la certezza della pena”.