Il cammino di Fca nell’innovazione

di John Elkann*

Il luogo in cui ci troviamo racchiude una storia straordinaria, che parte dalla metà dell’800 e arriva ai giorni nostri. E’ una storia che parla di automobili, ma parla soprattutto di innovazione, di visione, di capacità di proiettarsi nel futuro. Il settore dell’auto è sinonimo di progresso da oltre un secolo. Ha contribuito a stimolare la crescita economica e aumentare lo standard di vita in tutti i Paesi del mondo. Questa industria è stata resa grande da persone che guardavano al futuro con travolgente ottimismo. Persone che, se anche non avevano tutte le risposte, erano fiduciosi nella loro capacità di trasformare la società.

Non potevano immaginare che quell’industria sarebbe arrivata a produrre circa 80 milioni di vetture l’anno nel mondo. Non potevano sapere che avrebbe influenzato quasi ogni aspetto della nostra cultura e che avrebbe ridefinito il significato di mobilità e di libertà personale. Ma quelle persone capivano che stavano cambiando il futuro e lo stavano facendo in meglio.

Da ex ufficiale di Cavalleria, anche il fondatore della Fiat, il senatore Agnelli, aveva intuito che l’auto sarebbe stata la cavalleria del Ventesimo secolo. Sono convinto che questo settore possa applicare oggi lo stesso spirito coraggioso e visionario per affrontare le sfide del Ventunesimo secolo. Siamo alle soglie di una profonda rivoluzione nel mondo dei trasporti. Forse la più grande, da quando l’automobile ha sostituito cavalli e carrozze.

Ci sono almeno due forze di innovazione e cambiamento profonde che stanno trasformando l’auto tradizionale: da una parte, la guida autonoma e, dall’altra, nuove forme di propulsione emergenti che portano verso un mondo senza emissioni. Queste sono alcune delle sfide più significative che abbiamo affrontato anche nel piano strategico presentato il primo giugno.

Vorrei incentrare il mio intervento proprio su queste tecnologie e su come noi, in Fca, intendiamo usarle. I benefici che possono derivare dalla guida autonoma sono moltissimi. Le auto che si guidano da sole possono aumentare la sicurezza, ridurre il traffico e potenzialmente azzerare gli incidenti causati da errore umano. E possono anche offrire un nuovo livello di indipendenza e di qualità della vita per le persone anziane e disabili.

Secondo uno studio della Commissione Europea, circa 70 persone perdono la vita ogni giorno sulle strade europee. Il 30 per cento a causa di un guidatore in stato d’ebbrezza. Senza contare il crescente numero di incidenti causati da distrazione, soprattutto per l’uso del telefonino.

Secondo un altro studio, se non dovessimo più guidare, avremmo circa due ore di tempo in più al giorno da dedicare ad altro. I vantaggi della guida autonoma sono evidenti a tutti. Ma ovviamente ci sono ancora tanti progressi tecnologici da compiere per arrivare a quel traguardo. Quando si parla delle tecnologie per lo sviluppo di un sistema autonomo,  bisogna in realtà distinguere tra guida assistita e guida autonoma.

Nella guida assistita, la vettura “assiste” il guidatore in alcune funzioni di guida e nelle situazioni di emergenza, ma richiede ancora una supervisione umana. Nella guida autonoma vera e propria, invece, il “cosiddetto” guidatore deve solo inserire la destinazione e poi è libero di lavorare, leggere il giornale, dormire o fare qualunque altra cosa. Da un punto di vista tecnico, la guida assistita è come andare sulla Luna. La guida autonoma è come andare su Marte.

In Fca, presidiamo entrambi i campi. Già oggi offriamo diverse tecnologie di ausilio alla guida nell’attuale gamma prodotti e la maggior parte delle nostre vetture in futuro avranno la guida assistita, a cominciare dai modelli premium.  Per assicurarci di restare all’avanguardia, continuiamo anche a collaborare con realtà leader nei settori tecnologico e automobilistico. Abbiamo una partnership in corso con Bmw e stiamo sviluppando una piattaforma centrata sui sistemi di guida assistita in autostrada. Stiamo anche lavorando con Aptiv, che è uno tra i migliori fornitori del campo, grazie a piattaforme informatiche avanzate. I sistemi già sviluppati con Aptiv ci daranno un vantaggio competitivo nei prossimi anni, specialmente per le vetture premium.

Tutte queste iniziative ci offrono l’opportunità di sfruttare le reciproche competenze e di ottenere quelle sinergie che sono indispensabili a compiere importanti passi avanti nell’evoluzione delle tecnologie. Per quanto riguarda, invece, la guida autonoma, siamo stati i primi e siamo anche gli unici a essere già arrivati su Marte. Tra tutti i costruttori di auto, soltanto Fca ha già un prodotto, la Pacifica Waymo, a guida autonoma.

La nostra partnership con Waymo, che è la società di Google dedicata alle vetture autonome, è in continua evoluzione, tanto che quest’anno abbiamo annunciato la fornitura di altre 62.000 Pacifica ibride, che verranno usate per il primo servizio di robot-taxi al mondo. Forti della posizione di leadership che abbiamo già oggi nei servizi di mobilità a guida autonoma con Waymo, intendiamo mantenere questo primato anche in futuro.

L’altra forza di cambiamento che stiamo vivendo è legata all’emergere di una coscienza collettiva sull’effetto che le emissioni di anidride carbonica hanno nei cambiamenti climatici. Questa giusta attenzione all’ambiente sta spingendo la diffusione di forme di propulsione alternative. Tutti sappiamo che tra le più grandi sfide ambientali e sociali che la nostra epoca deve affrontare c’è la riduzione della dipendenza dal petrolio.

Il settore dei trasporti, nel suo complesso, rappresenta il 14 per cento delle emissioni di gas a effetto serra, soprattutto per l’uso di combustibili a base di petrolio. Di questo 14 per cento, la parte prodotta dalle auto è circa la metà. Il nostro settore, da solo, non può essere LA soluzione, ma possiamo svolgere un ruolo importante.

Ci sono due approcci per affrontare questa sfida. Il primo, in modo sistemico, il cosiddetto “well-to-whell”, che valuta l’impatto ambientale di una specifica tecnologia di propulsione durante l’intero ciclo di vita. In Brasile, ad esempio, dove il sistema si presta ad una visione più ampia, la tecnologia sviluppata da Fca offre benefici ambientali lungo tutto la catena di produzione. Abbiamo una gamma completa di veicoli Flex-Fuel, che usano combustibili a base di etanolo derivante da canna da zucchero. E’ una tecnologia che abbiamo introdotto e sviluppato noi nel Paese, ed è diventata lo standard a livello globale per questo genere di carburanti. L’uso di etanolo, che è uno dei pilastri del piano energetico del Paese, grazie alla vasta disponibilità di canne da zucchero, produce benefici a più livelli: favorisce l’agricoltura locale, permette una forte riduzione delle emissioni e ha anche reso il Brasile l’unico Paese al mondo con un’alternativa concreta al petrolio.

L’altro approccio di cui parlavo è quello “tank-to-wheel”, che è più limitato, perché si concentra sull’impatto ambientale soltanto della vettura. Anche in questo ambito, abbiamo una esperienza vasta e profonda. Sei anni fa abbiamo lanciato la 500 elettrica in California, dove i regolamenti impongono un livello minimo di veicoli a “emissioni zero”. Il sistema è stato inserito dalla rivista “Wards” tra i 10 migliori motori elettrici. La Pacifica Hybrid è il primo e unico minivan elettrico del settore, anch’esso nominato da “Wards” tra i migliori motori elettrici. Per due anni di fila. Questa è la strada su cui intendiamo proseguire.

Le soluzioni tecniche che stiamo sviluppando ci permetteranno di stare al passo con i requisiti normativi, di ridurre le emissioni in modo significativo, e anche di valorizzare i punti di forza dei nostri marchi. Intendiamo lanciare una famiglia 500 “verde”, che sia rispettosa dell’ambiente, con motori ibridi ed elettrici. E queste vetture ecologiche saranno immaginate e prodotte proprio qui nel nostro Paese.

Come vedete, il futuro ha in serbo altri cambiamenti e nuove sorprese, ma noi vediamo questi cambiamenti in maniera estremamente positiva. Il luogo in cui ci troviamo, in fondo, è un esempio di coraggio. Rende omaggio allo spirito dei tanti pionieri di un secolo fa, che stimolarono le trasformazioni e con esse il futuro. Già al tempo, le alternative a disposizione erano tante, come tante erano le possibilità tecniche. I più grandi imprenditori del secolo scorso potevano scegliere tra auto a vapore, auto elettriche e motori a scoppio. Dovevano scegliere la tecnologia giusta nel momento storico giusto.

Noi ci troviamo in una fase di transizione simile, dove ci è chiesto di immaginare il futuro e di avere il coraggio di innovare. Fca può contare su un’estensione geografica globale, su una ricchezza di marchi che è unica nel settore e su un’ampiezza della gamma straordinaria. Ed è anche grazie a questa posizione di forza che siamo pronti ed entusiasti di questa nuova sfida che il nostro settore ci offre. E indentiamo affrontarla con lo stesso spirito coraggioso e visionario del passato, continuando a farci guidare dalle parole del senatore Agnelli, quando disse: “Soprattutto bisogna guardare sempre al futuro, antivedere l’avvenire delle nuove invenzioni, non avere paura del nuovo, cancellare dal proprio vocabolario la parola impossibile”.

*Presidente di Fiat Chrysler Automobiles

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