Il bonus sulle auto elettriche non serve
di Claudio Spinaci*
L’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera al ddl Legge di Bilancio 2019 introduce un bonus-malus sulle emissioni di CO2 per le nuove autovetture che rappresenta una nuova tassa sull’automobile che non è un bene di lusso ma uno strumento necessario nella vita quotidiana di milioni di cittadini. Occorre inoltre considerare che la gran parte delle auto che rientrano nei segmenti A, B e C (utilitarie e medie e basse cilindrate, comprese Panda, Clio), cioè oltre l’85% dell’immatricolato a novembre, si situano sopra la soglia dei 110 g/km, soprattutto se a benzina, e dunque saranno colpite dalle nuove misure, con la conseguenza di penalizzare anche le fasce a più basso reddito della popolazione, chiaramente molto attente al prezzo di acquisto.
In queste condizioni i proprietari di veicoli Euro 0-Euro 3, appartenenti alle classi a più basso reddito, saranno dissuasi dalla sostituzione della propria vettura non potendosi mai permettere una BEV o una ibrida, nonostante il bonus, mantenendo dunque in circolazione le vetture più inquinanti del parco. Una misura che peraltro nega il principio cardine della neutralità tecnologica non riconoscendo i notevoli abbattimenti delle emissioni di CO2 conseguiti con prodotti come biometano e biocarburanti, nonché tutte le altre azioni per il contenimento delle emissioni che possono essere attuate lato carburanti.
Il nostro auspicio, dunque, è che durante l’esame parlamentare si ripensi una misura dalle conseguenze non solo devastanti sotto il profilo industriale, per ora non stimabili, ma controproducente in termini di impatto sulla qualità dell’aria a causa del rallentamento, se non blocco, del ricambio del parco auto più vecchio, invertendo il trend di continuo miglioramento registrato grazie all’adozione delle più avanzate tecnologie motoristiche e alla sempre migliore qualità ambientale dei carburanti», conclude l’Unione petrolifera.
*Presidente di Unione Petrolifera