Hyundai Nexo, idrogeno da primato
di Piero Evangelisti
Le auto elettriche alimentate da fuel cell a idrogeno disponibili sul mercato si contano sulle dita di una mano e ci sono ancora delle dita libere. L’idrogeno è oggi praticamente irreperibile eppure, se prodotto attraverso una filiera realmente virtuosa, è il combustibile più ecologico in assoluto perché dal suo utilizzo si produce soltanto vapore acqueo.
Hyundai è fermamente convinta che il futuro delle emissioni zero risieda, oltre che nelle elettriche (in gamma ne ha già due, Ioniq e Kona), proprio nelle vetture a celle combustibili a idrogeno. E lo dimostra nei fatti perché ha da poco immesso sul mercato Nexo che rappresenta la seconda generazione di questo tipo di auto. Suv di taglia large dalla linea imponente, Nexo ha ottenuto le cinque stelle EuroNcap, il più alto assegnato sulla base dei test e delle valutazioni che il consorzio indipendente europeo svolge per valutare la sicurezza di ogni nuova auto.
È la prima volta che un’auto elettrica a idrogeno ottiene questo punteggio, risultato conseguito grazie alle moderne tecnologie di assistenza alla guida riunite nella “famiglia” Hyundai SmartSense, tra queste la frenata autonoma di emergenza con riconoscimento dei pedoni, il sistema di mantenimento attivo della corsia e il Lane Following Assist.
Solo per pochi
Nexo è uno Sport Utility che sfiora i 4,70 metri di lunghezza, comodissimo per cinque persone racchiuse in un abitacolo ad alta tecnologia con plancia, console e tunnel di taglio aeronautico. Notevole è il progresso rispetto al primo Suv di Hyundai a idrogeno, la ix35, visto che Nexo, nonostante una massa che supera le due tonnellate, può percorrere oltre 700 km prima di esaurire l’idrogeno, un’autonomia che può scendere se ci si lascia trascinare dal piacere di guida che Nexo offre in totale silenzio.
La potenza massima è di 163 cv mentre la coppia di 395 Nm è, come su tutte le elettriche, disponibile non appena si preme il pedale dell’acceleratore. Hyundai Nexo è già disponibile sul mercato italiano anche se è difficile immaginarne una diffusione al di fuori dell’area intorno all’unico distributore di idrogeno oggi funzionante a Bolzano.