Henry Ford

Hitler, Ford e l’auto di soia

di Fabrizio Boschi

Adolf Hitler non stimava gli americani, da lui considerati poco più che contadini medievali, il tutto con una grande eccezione: il suo idolo Henry Ford, l’ingegnere capace, con l’invenzione della catena di montaggio, di dare a tutti gli americani una auto a basso costo (la celeberrima Ford T). Henry Ford non aveva mai nascosto il sogno di realizzare “…vetture a prezzi ragionevoli, affidabile ed efficienti…” e tutt’ora, con le dovute remore dettate dal mercato, la Casa statunitense da lui fondata è in effetti una delle più accattivanti per quanto riguarda il rapporto qualità prezzo. Per questo, nel 1934, Hitler dette ordine all’ingegner Ferdinand Porsche di costruire una vettura analoga. Nacque così la Volks (Popolo) Wagen (auto) macchina a basso costo battezzata, per la sua simpatica forma, Maggiolino.

Henry l’ecologista

Ma Henry Ford era anche un ecologista ante litteram. Un Elon Musk degli anni Trenta. Aveva previsto con un secolo di anticipo i danni che negli anni a venire avrebbero fatto le miriadi di auto in circolazione, foriere di inquinamento e spreco di metalli pregiati (acciaio, alluminio). Già nel 1925 Ford rilasciò al “New York Times” una dichiarazione che fece supporre quanto avesse competenze e volontà adeguate a creare un’autovettura capace di utilizzare carburanti alternativi: “Il carburante del futuro sta per venire dal frutto, dalla strada o dalle mele, dalle erbacce, dalla segatura, insomma, da quasi tutto. C’è combustibile in ogni materia vegetale che può essere fermentata e garantire alimentazione. C’è abbastanza alcool nel rendimento di un anno di un campo di patate utile per guidare le macchine necessarie per coltivare i campi per un centinaio di anni”.

La macchina vegetale

Ideò quindi una macchina vegetale, fatta con soia e canapa, dieci volte più leggera delle auto con carrozzeria d’acciaio: nacque così la Hemp Body Car, progettata da Henry Ford e ultimata nel 1937, un veicolo costruito principalmente di fibre di cellulosa biodegradabili derivate da canapa, sisal e paglia di grano, ma – soprattutto – alimentata per mezzo di etanolo di canapa (il carburante veniva raffinato dai semi della pianta). Correva l’anno 1941.

Sul progetto della “bio vettura” si erano, però, creati tutti i presupposti per trovarsi di fronte ad un mezzo che avesse le capacità di esaudire totalmente le volontà di Ford.

Prima autovettura green

È stata la prima vettura costruita interamente in plastica di canapa, più leggera ma anche più resistente delle normali carrozzerie in metallo. Lo stesso Henry Ford per dimostrare ai giornalisti e al pubblico l’elasticità e la resistenza del nuovo tipo di carrozzeria, si fece filmare mentre colpiva violentemente con una mazza il retro della vettura, senza che questa neppure si ammaccasse.

Il telaio di questa automobile, in acciaio tubolare, teneva insieme quattordici pannelli di plastica che sono detti essere «spessi un quarto di pollice (6 mm). Sugli esatti ingredienti dei pannelli in plastica non si ha però, a oggi, nessuna testimonianza certa. Si dice che furono prodotti con una formula chimica che, tra molti altri ingredienti, comprendeva semi di soia, grano, canapa, lino e ramiè. I finestrini erano fatti con fogli acrilici. Tutto questo fece sì che il peso dell’auto fosse di 2.000 libbre, contro le 3.000 di una comune auto dell’epoca.

Un veicolo che esce dalla terra

Perché consumare foreste che hanno impiegato secoli per crescere e miniere che hanno avuto bisogno di intere ere geologiche per stabilirsi, se possiamo ottenere l’equivalente delle foreste e dei prodotti minerari dall’annuale crescita dei campi di canapa?”, diceva Ford.

Unendo la passione per la natura al suo senso per gli affari, Ford voleva realizzare una vettura che “uscisse dalla terra!”. In questo progetto impegnò i suoi migliori ingegneri, che dopo 12 anni di ricerca diedero forma concreta alla più ecologica delle automobili, il cui impatto inquinante era pari a zero: la Hemp Body Car era, infatti, alimentata dalla canapa distillata, il cui impatto inquinante era pari ad un clamoroso “valore zero”.

Il prototipo ultimato fu esibito nel 1941 al Dearborn Days festival di Dearborn, nel Michigan, città natale di Ford. Fu anche presentato al Michigan State Fair Grounds, nello stesso anno. A causa della Seconda guerra mondiale la produzione di auto in America si ridusse drasticamente e l’esperimento di una macchina con struttura di soia e di canapa si interruppe.

Un sogno mai realizzato

Alla fine della guerra l’idea di Ford cadde nell’oblio. Inoltre, Henry Ford morì sei anni dopo, e nel 1955 la coltivazione della canapa venne proibita negli Usa, cosicché la Ford Hemp Body Car non entrò mai in commercio. I re dell’acciaio e del petrolio ripresero il controllo delle operazioni lasciando che quest’idea “fumosa” venisse dimenticata. Secondo Lowell Overly il prototipo dell’auto fu distrutto da Eugene Turenne Gregorie.

Alcuni ritengono che la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli Stati Uniti sarebbe stata legata anche alla concorrenza tra la nascente industria petrolchimica e la possibilità di usare l’olio di questa pianta come combustibile non inquinante. Questo sarebbe dimostrato anche dalla riduzione dei prezzi del petrolio al 50% operata, secondo tali fonti, proprio per fare concorrenza all’olio combustibile naturale.

Altri sostengono che le ricerche sulla macchina di soia, in cui Ford investì milioni di dollari, non portarono ad alcun risultato. Un quotidiano riferisce pure che tutte le ricerche produssero panna montata come prodotto finale. Inoltre c’è chi sostiene che quest’auto non fosse prodotta unicamente dalla soia, ma anche da plastica di fenolo, un estratto di catrame. A contraddire queste voci, esiste tuttavia quel video d’epoca che ritrae lo stesso Henry Ford mentre armato di una mazza dimostra la grande elasticità del telaio di questo nuovo prototipo di automobile battendovi dei sonori colpi senza tuttavia scalfirne la superficie.

Idee troppo avanti

Di geni ne nasce uno su un milione ed Henry Ford con la Hemp Body Car era senza dubbio un visionario come lo oggi è Elon Musk con Tesla.

Alcune domande però sono naturali: perché solo ora, a distanza di 80 anni, stanno rispuntando supposizioni, studi, progetti e dichiarazioni che Henry Ford nei primi ventenni del Novecento aveva cercato di promuovere? Elon Musk con la sua Tesla già in difficoltà, farà la stessa fine? Il mondo non è pronto o non vuole auto ecologiche?

Domande che possono trovare risposta nel processo economico politico che ha portato il petrolio a essere un combustibile dal grande “potere” finanziario, capace di non favorire la reale funzionalità di una tecnologia rispetto ad un’altra, ma appoggiando esclusivamente gli interessi e le strategie politiche.

Questi progetti sono scomodi per ogni epoca, per via delle nazioni che possono continuamente beneficiare di risorse petrolifere. Oggi, come allora, sebbene si faccia finta di portare avanti un’educazione orientata alla salvaguardia ambientale e, soprattutto, rivolta ad una volontà nell’abbassare sprechi e consumi, i problemi sono i medesimi di 80 anni fa.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *