Foto: Il campione belga Eden Hazard con Marco Toro, ora numero 1 di Nissan Italia

Hazard (Real Madrid): dalle supercar all’elettrica Leaf, bisogna cambiare mentalità

di Roberta Pasero

Tutta colpa, anzi merito, di suo padre se il grande campione di calcio Eden Hazard, centrocampista e attaccante del Real Madrid e della Nazionale belga, ha capito che il green non dev’essere soltanto il colore dei campi dove gioca a pallone, ma anche della sua vita. E che era arrivato il momento di sterzare e di guidare elettrico, tanto da unirsi, lui che era già ambasciatore globale di Nissan, al movimento #ElectrifyTheWorld del brand nipponico, per promuovere la cultura della mobilità elettrica.

Hazard, cosa c’entra suo padre con la decisione di guidare auto a batteria?
“E’ stato lui qualche anno fa a dirmi: “Eden tu sei un modello, sei un esempio per tantissime persone. Guidare elettrico fa bene al pianeta, dovresti pensarci”. Ho riflettuto e ho capito che dovevo scegliere un’automobile così anche perché ho quattro figli e devo pensare al futuro del pianeta che sarà il loro futuro. E poi, come padre ho il dovere di dare l’esempio ai miei ragazzi. Ci sono molti modi per farlo e optare per un veicolo elettrico credo sia uno di questi, perché ha un impatto positivo sia sul pianeta sia sulle persone”.

E dunque si è messo al volante di una Nissan Leaf. Che cosa ha quest’automobile di così accattivante?
“Mi piace da tanti punti di vista. Ha un look super-cool con esterni dal design raffinato e interni quasi futuristici. E poi l’esperienza di guida regala sempre emozioni inaspettate”.

Lei ha provato per la prima volta quest’auto elettrica in pista con il pilota di Formula E, Oliver Rowland. Com’è andata?
“La mia prima esperienza è stata pazzesca, Leaf andava davvero forte in pista. Sono rimasto impressionato dalla sua potenza e dalla sua accelerazione, ottima per un’auto di piccole dimensioni, Non me lo aspettavo, è stato divertente e talmente emozionante che ho deciso di guidarla sempre, nella vita di tutti i giorni”.

A consegnarle la sua Leaf, un paio di anni fa, è stato Marco Toro, che era amministratore delegato di Nissan Iberia e Portogallo, e che oggi è presidente e amministratore delegato di Nissan Italia.
“Sì, è stata una giornata molto divertente. C’è stato il rito della consegna delle chiavi della mia Leaf bianca con tetto nero, ci siamo anche scattati un selfie e poi è cominciata la mia bella avventura nel mondo elettrico”.

Quando la guida di solito?
“Nella vita di tutti i giorni per i tragitti nei dintorni di casa mia che è a una trentina di chilometri fuori Madrid. Per esempio, per portare i miei figli a scuola o per fare la spesa e le commissioni, perché è spaziosa e va dappertutto”.

Mai afflitto dall’ansia da ricarica?
“In realtà, rimanere per strada con la batteria scarica è stata la mia prima preoccupazione. Poi, però, ho capito che è lo stesso timore che si ha per il telefono cellulare. Io, per esempio, metto Leaf in carica nel garage di casa la sera prima di andare a dormire, esattamente come faccio con il cellulare. E la mattina dopo è pronta, carica al 100%, in grado di portarmi dappertutto senza più nessun timore di rimanere a piedi”.

Lei ha fatto una scelta green, inconsueta per i calciatori che di solito scelgono un altro tipo di automobili, lontano da questo stile di vita.
“I miei colleghi in genere sono differenti. Guidano auto sportive velocissime e anch’io l’ho fatto all’inizio della mia carriera, quando ho cominciato a guadagnare tanto. Sono passato da una Mini Cooper, la mia prima auto, a una Ferrari e ad altre supercar. Però, adesso, io sono convinto che sia arrivato il momento di cambiare mentalità”.

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