Grillini allo sbando: e l’auto ne paga le conseguenze

Il prevalere delle teorie grilline sul settore automotive (e – ahinoi – non solo) all’interno della maggioranza, non potrà fare altro che peggiorare la situazione. Il Pd e le altre componenti del governo intervengano e impongano una volta per tutte  il buon senso. Del resto, gli equilibri politici sono cambiati e i grillini, seppur ancora forti numericamente in Parlamento, sono sempre più allo sbando anche a livello di consensi. Si guardi al bene del Paese, alla sua economia, all’occupazione, piuttosto che agli interessi di poltrona. Soprattutto in questo brutto periodo.

In proposito, la strategia dello “stop & go” tra agosto e settembre sull’erogazione degli incentivi è sicuramente dannosa nel momento in cui si parla di rinnovamento del parco circolante italiano. La filiera tutta, dalle Case automobilistiche ai concessionari, si aspettava, infatti, un nuovo segnale di attenzione da Palazzo Chigi. Attese risultate vane, considerato che l’ok del Senato al «Decreto Agosto» ha visto stralciare gli emendamenti sull’auto.
Quindi, nessun sostegno a favore dei veicoli commerciali leggeri e nessun rifinanziamento del fondo di 100 milioni, andato esaurito in meno di due settimane, per l’acquisto di nuove vetture Euro 6 a benzina e diesel, quelle incluse nella fascia 91-110 grammi/km di emissioni di CO2, le più richieste dal mercato. E anche l’altra fascia più appetita (61-90 grammi/km), comprendente vetture compatte con motore ibrido, è in via di svuotamento: sono rimasti circa 50 dei 150 milioni iniziali, che significa una ventina di giorni di acquisti incentivati.

E il rimanente dei 410 milioni stanziati dal governo per il periodo settembre-dicembre? Riguarda i veicoli elettrici e ibridi ricaricabili, che pur segnando crescite a tripla cifra (insieme +154% da gennaio) rappresentano ancora quote di mercato limitatissime. Difficilmente, comunque, i milioni previsti per queste auto saranno prosciugati per intero al 31 dicembre 2020. Già ora, intanto, si ipotizza, come ventilato dal viceministro all’Economia, Antonio Misiani (Pd), che nuovi aiuti potrebbero arrivare con la Legge di Bilancio 2021. Sul tavolo ci sarebbero 400 milioni. Il problema è che questi annunci portano a rimandare ancora di mesi l’acquisto di un veicolo delle due fasce di maggiore successo.

Da qui la perdita secca di 200/250mila immatricolazioni in questo finale di 2020, per un risultato al 31 dicembre stimato in 1,3 milioni di unità vendute. I bonus di metà agosto e quelli di settembre hanno comunque fatto bene alle casse dello Stato, generando un extragettito di Iva intorno a 100 milioni, in pratica ripagando velocemente gran parte degli ecobonus erogati.

Inoltre, secondo alcune analisi, lo scorso mese, prendendo in considerazione i veicoli venduti, ha visto la CO2 ridursi in media a 105 grammi/km rispetto ai 118 grammi di un anno fa. Un effetto importante sull’ambiente c’è stato, segno che lo svecchiamento del parco, se affrontato razionalmente e con continuità, porta a benefici green tangibili. Sono inoltre cresciute le demolizioni. Un ulteriore boost da qui a fine anno, a questo punto, avrebbe assicurato altro gettito in Iva e un ulteriore abbassamento delle emissioni di CO2.

 

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