#grazieautomotive: Ferrari
di Roberta Pasero
F come Ferrari, I come Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, 5 come il numero record delle settimane per arrivare a progettare e realizzare un macchinario salvavita, dal foglio bianco alla sua accensione: un ventilatore polmonare in grado di ottimizzare l’ossigeno, di essere prodotto in serie, facile da usare e da assemblare, e low cost.
Un ventilatore da Formula 1 che si aggiunge all’impegno della Scuderia Ferrari Mission Winnons nella battaglia al Covid-19, passato anche dal supporto finanziario al territorio, dalla costruzione delle valvole per i respiratori e i raccordi per le maschere del personale sanitario. E che questa volta ha applicato i numeri, la passione e la creatività dell’inimitabile Essere Ferrari a un prototipo che non corre in pista ma che va dritto al cuore.
Un ventilatore da Formula 1 che si aggiunge all’impegno della Scuderia Ferrari Mission Winnons nella battaglia al Covid-19, passato anche dal supporto finanziario al territorio, dalla costruzione delle valvole per i respiratori e i raccordi per le maschere del personale sanitario. E che questa volta ha applicato i numeri, la passione e la creatività dell’inimitabile Essere Ferrari a un prototipo che non corre in pista ma che va dritto al cuore.
“Lavorando soprattutto in remoto abbiamo accettato la sfida dell’Istituto Italiano di Tecnologia per dimostrare che numeri e formule matematiche non servono soltanto per correre ma hanno tante differenti applicazioni”, spiegano i due ingegneri Simone Resta, Head of Chassis Engineering, e Corrado Onorato, F1 Innovation Manager, presentando in una videoconferenza internazionale il ventilatore FI5, nato con il supporto medico degli ospedali Niguarda di Milano e San Martino di Genova. “Ci siamo divisi i compiti: noi ci siamo occupati della progettazione in Cad, della definizione della parte pneumatica e meccanica e delle simulazioni dinamiche”.
Il risultato è un progetto open source che consentirà a chiunque di accedere a disegni, firmware, software e lista di componenti per poter realizzare questi ventilatori anche dall’altra parte del mondo. “E’ stata una sfida”, ammettono gli ingegneri. “Però rientra nel Dna Ferrari andare oltre ogni limite quando scendiamo in pista. E ci siamo riusciti anche questa volta in un’altra sfida molto più importante. La sfida alla vita”.