Governo e auspici: ci sia un ministro competente 

di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere

Il dibattito sulla crisi di Governo si sta concentrando sulla figura del prossimo premier, certo importante, ma sia nel caso si approdi a un Conte bis sia nel caso si arrivi a un Governo istituzionale, per il settore dell’autotrasporto sarà centrale il profilo che verrà scelto per ricoprire il ruolo di ministro dei Trasporti. Un ministro, ci auspichiamo, che sia in grado di guardare finalmente al futuro del Paese e non all’immediato tornaconto elettorale, rispondendo alle esigenze reali della categoria e non alle istanze, del tutto autoreferenziali di molte associazioni.

In questo senso, l’esperienza del ministro Paola De Micheli non ha lasciato alcun segno di novità e di cambiamento nel mondo dei trasporti e questa continuità, peraltro fintamente addolcita da tanti sterili slogan, lascia di per sé un marchio negativo. Sono anni, infatti, che il nostro settore avrebbe bisogno di una riforma strutturale e coraggiosa delle normative nazionali, una riforma che viceversa viene ostacolata per pure logiche di bottega e di autoconservazione da molte di quelle associazioni che dovrebbero pretendere il meglio per il settore.

E’ per questo che occorre una netta discontinuità con il passato. Serve una riforma che si innesti nelle direttive europee e che scardini il modello sinora adottato degli aiuti a pioggia che, alla prova dei fatti, non hanno portato benefici concreti a chi ogni giorno viaggia per lavoro sulle strade ed autostrade italiane. Il tema non è infatti tanto quello degli aiuti economici, ma della riforma delle regole del gioco. In questi decenni, il Governo ha erogato miliardi di euro, ma nonostante questo l’autotrasporto italiano è sempre più cenerentola d’Europa; parte di quegli aiuti sono stati drenati dalle stesse associazioni di categoria, altri sono solo transitati nelle “tasche” delle piccole e medie imprese trasformandosi nella realtà in un sostegno indiretto ai committenti che hanno abbassato il costo dei trasporti riconosciuto ai trasportatori proprio in virtù di tali aiuti statali.

Ecco, allora, che l’auspicio è che il prossimo presidente del Consiglio abbia il coraggio di fare un salto di qualità nella scelta di un ministero centrale come quello delle infrastrutture e dei trasporti, individuando un profilo di livello, se possibile competente, ma soprattutto libero da legami con quei mondi che da decenni immobilizzano il settore e il Paese.

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