Governo Draghi: cosa fare e non sull’auto
di Paolo Artemi, vicepresidente di Uiga
Uiga, l’Unione Italiana dei Giornalisti Automotive, augura buon lavoro al nuovo governo di Mario Draghi e si aspetta che Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile; Daniele Franco, ministro dell’Economia; Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione tecnologica; Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica; definiti tecnici, operino con sagacia e lucidità, puntando sugli incentivi in caso di rottamazione per svecchiare il parco auto italiano, e senza trasformare gli automobilisti ancora una volta in bancomat.
A cominciare dal monitoraggio dei prezzi dei carburanti, i più cari d’Europa, che stanno aumentando. Tutti sanno che a gravare non è soltanto il 22 per cento di Iva, ma anche le accise, che incidono per 0,748 euro su ogni litro di benzina. E qui si potrebbe intervenire in quanto la maggior parte delle accise non avrebbe più motivo d’esistere. Nel 1995, però, con un decreto del Governo Dini, sono state inglobate in un’unica tassa. Questa condizione rende difficile l’ipotesi di abolirne selettivamente alcune.
Ma lo scandalo è che per effetto dell’accorpamento, gli italiani pagano ancora per la guerra d’Etiopia, 1935, la crisi di Suez, 1956, il disastro del Vajont, 1963, l’alluvione di Firenze, 1966, il terremoto del Belice, 1968, il terremoto del Friuli 1976, il terremoto dell’Irpinia 1980, la missione Onu in Libano, 1983. Un gettito che rende allo Stato circa 27 miliardi l’anno.
Ai neoministri, in un periodo nel quale l’uso dell’auto privata è preferito per motivi anti Covid, Uiga chiede altresì di vigilare sui pedaggi autostradali e sulle tariffe dell’assicurazione auto obbligatoria. E a chi ha le fregole e parla di patrimoniale ricorda, Uiga che il bollo è già una patrimoniale pura e semplice, che si aggiunge ad altre 16 tasse sul patrimonio, che spaziano dall’Imu al canone Rai, dalle imposte catastali e di bollo fino all’imposta di successione e donazione. Ovviamente tutti soldi che gli automobilisti versano puntualmente e rigorosamente allo Stato.