Nella diffusa crisi della filiera di approvvigionamento dell’industria automobilistica era logico attendersi che – prima o poi – l’elenco delle criticità si sarebbe esteso al litio che è elemento chiave per la fabbricazione delle batterie e quindi per la diffusione dei veicoli elettrici.
Uno dei fattori che influenza negativamente le forniture di litio è la posizione di dominio della Cina, un elemento che rafforzerà la sua posizione di forza nel mercato globale dei Bev, che è destinata – secondo un’analisi di GlobalData – a salire a 12,76 milioni di unità all’anno entro il 2026.
Vi è poi il problema dei prezzi del litio che, sempre secondo GlobalData, sono destinati ad aumentare in tutto il mondo. Si prevede che carbonato di litio (da cui si ottiene il principale componente delle batterie) possa salire dai poco più di 10.000 dollari alla tonnellata del 2020 a quasi 14.000 dollari già nel 2024-
“Non è possibile far schioccare semplicemente le dita – ha commentato Daniel Clarke, analista tematico di GlobalData – per far apparire una catena di fornitura di batterie agli ioni di litio completamente funzionante. Ci vuole tempo, e non solo”.
Citando la recente decisione della multinazionale della chimica Johnson Mathey di ritirarsi dalla produzione di batterie nel Regno Unito, Clarke ha sottolineato che “ciò dimostra quanto possa essere complesso realizzare una catena di approvvigionamento. Le economie occidentali sono già abbastanza indietro rispetto alla Cina, il Paese che nel 2020 ha rappresentato una quota dell’80,5% della capacità produttiva di batterie agli ioni di litio nel 2020″.
L’analista di GlobalData ha detto che “anche con i migliori sforzi degli Stati Uniti e dell’Ue, la Cina continuerà a dominare questo settore arrivando a una quota del 61,4% nel 2026. Inoltre, la Cina è straordinariamente forte sia nella raffinazione chimica che nella produzione di catodi e anodi, tutte parti critiche della catena di approvvigionamento. Gli Stati Uniti e la Ue rimangono vulnerabili in questo importante futuro mercato“.