Gli ecobonus? Una goccia nel mare
di Gian Primo Quagliano*
In febbraio sono state immatricolate in Italia 177.825 autovetture con un calo del 2,42% sullo stesso mese dello scorso anno. Dopo il calo del 7,6% registrato in gennaio, il dato indurrebbe a pensare che vi sia stato un certo miglioramento. In effetti non è così perché sulle immatricolazioni di febbraio ha influito un forte elemento di turbativa: l’entrata in vigore di una sovrimposta per chi immatricola vetture con emissioni di CO2 di oltre 160 grammi al chilometro.
Per gli automobilisti intenzionati ad acquistare vetture di questo tipo, la prospettiva della penalizzazione fiscale ha costituito una spinta ad anticipare l’acquisto in febbraio e a ciò si aggiunge che, sempre per evitare la nuova ecotassa, molti concessionari hanno immatricolato in febbraio vetture con emissioni di CO2 oltre i 160 grammi al chilometro per utilizzarle sul mercato dei chilometri zero. Al netto degli effetti distorsivi determinati dalla penalizzazione di cui si è appena detto, il calo delle immatricolazioni in febbraio sarebbe stato probabilmente superiore a quello registrato in gennaio (-7,6%).
La situazione del mercato italiano dell’auto, dopo il calo delle immatricolazioni del 3,1% registrato nel 2018, si conferma dunque difficile e ciò soprattutto perché la propensione all’acquisto risente dell’aggravarsi della situazione economica culminata nella nuova entrata in recessione del Paese sancita dai due cali consecutivi del Pil trimestrale registrati nella seconda metà dello scorso anno. In questo quadro la penalizzazione fiscale, di cui si è appena detto, appare del tutto assurda. E’ pur vero che il governo ha adottato anche incentivi per l’acquisto di auto verdi, ma considerate le dimensioni dello stanziamento (60 milioni per il 2019), secondo i calcoli del Centro Studi Promotor, al 31 dicembre gli incentivi erogabili possono riguardare da un minimo di 10.000 ad un massimo di 40.000 vetture: soltanto qualcosa di più di una goccia nel mare, se si considera che l’anno scorso le immatricolazioni in Italia furono 1.910.000.
Va anche segnalato che dall’inchiesta congiunturale mensile sul mercato dell’auto condotta dal Centro Studi Promotor a fine febbraio, emergono giudizi particolarmente negativi sull’azione del governo. I concessionari che indicano come un importante fattore di freno del mercato auto la politica governativa passano infatti dal 31% del febbraio 2018 al 59%. Dalla stessa fonte emerge che aumenta il numero degli operatori che si attendono domanda di autovetture in calo nei prossimi mesi. In gennaio si esprimeva in questo senso il 31% dei concessionari, in febbraio la percentuale corrispondente sale al 46%. La maggioranza dei concessionari pensa tuttavia che il mercato, sostenuto soprattutto dalla domanda dei privati, si manterrà stabile sui livelli attuali che, al netto delle distorsioni di febbraio, sono inferiori a quelli del 2018 del 6-7%.
*Presidente del Centro studi Promotor