Ginevra, il “salotto buono” dell’automobile

di Piero Evangelisti

Nella posta elettronica di media e giornalisti cominciano ad arrivare le email del prossimo Motor Show di Tokyo che si svolgerà in ottobre, eppure dietro l’angolo c’è il Salone dell’Auto di Ginevra che aprirà i suoi tornelli al pubblico il 9 marzo per chiuderli il 19.  “Fare salone” – brutta espressione divenuta di uso comune – non è facile, e tra le rassegne i colpi bassi non si risparmiano. Però, adesso, è il momento di parlare della rassegna ginevrina, quella che viene chiamata il “salotto buono” dell’automobile, una vetrina dove il lusso e le auto estreme trovano ancora la comprensione dei riflettori e del pubblico, a dispetto di un troppo facile “politically correct”. Su 106mila metri quadrati verranno esposti (180 le aziende presenti)  modelli di serie e concept che anticipano quelli di domani, auto da sogno che fino a qualche anno fa venivano ritenute avveniristiche ma che oggi, vista la velocità dell’evoluzione nel mondo delle quattro ruote (se ne parlerà molto al Salone), si trasformano rapidamente in auto di serie pronte a entrare negli show-room delle concessionarie. A qualcuno la Svizzera non è simpatica, ma per l’automobile la Confederazione elvetica, dove non ci sono Case che producono automobili, da quasi un secolo ha fatto  molto per l’automotive, non soltanto per i blasoni che qui sfoggiano il loro abito migliore, ma anche per i costruttori dei grandi numeri che al Palexpo svelano tutte le novità dell’anno appena cominciato.

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