di Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl
Nello stabilimento Bosch di Bari sono occupati oltre 1.700 dipendenti che sono impiegati in 9 diverse tipologie di produzione, circa l’85% di queste sono legate alle motorizzazioni Diesel e benzina che, stante la situazione delle limitazioni europee sulle emissioni, termineranno entro il 2035. Un impatto occupazionale enorme per qualsiasi territorio, devastante per un territorio del sud del nostro Paese. Nell’incontro sindacale presso la sede centrale di Bosch Italia abbiamo sollevato la questione ai massimi vertici italiani. Per la Fim Cisl è necessario prevedere due linee di intervento: la prima è interna al Gruppo Bosch per attuare modalità di solidarietà interna, prevedendo la possibilità, come fatto in passato con il sostegno di tutte le organizzazioni sindacali, di valutare le produzioni in eccesso in altri siti per allocarli presso lo stabilimento di Bari; la seconda verso il governo del nostro Paese, sollecitando urgentemente la convocazione del tavolo di crisi di Bosch presso il Mise, per verificare le possibilità di riconversione industriale per garantire il futuro allo stabilimento di Bari e agli oltre 1700 lavoratori.
Il PNRR ha a disposizione fondi per la transizione e energetica e la mobilità, serve che il governo chiarisca quali potenzialità possono essere messe in campo, nello stesso tempo è indispensabile chiedere alla casa madre Bosch quali risorse economiche è disposta a investire su Bari per la riconversione produttiva. Il ministro Giorgetti ha visitato recentemente il sito di Bari, pensiamo che oggi si debba passare alla politica responsabile del fare e farlo in tempi veloci, per evitare che tra pochi mesi si debba discutere di licenziamenti. Il contratto di solidarietà a Bari scade tra meno di un anno.
Come Fim Cisl abbiamo sfidato il gruppo dirigente italiano di Bosch a fare un’alleanza con il sindacato e i lavoratori per salvare lo stabilimento e l’occupazione. Abbiamo ricevuto una disponibilità di massima da verificare nel proseguo della vertenza. Nello specifico, l’azienda si è impegnata a chiedere con noi la richiesta di convocazione al Mise. Ha poi condiviso l’opportunità di verificare la possibilità di “solidarietà̀ interne al Gruppo” e si è impegnata per questo aspetto ad effettuare un’ approfondita analisi interna per poi avanzare alcune proposte alle organizzazioni sindacali. Riteniamo importanti le disponibilità di massima date da Bosch è un inizio di un lungo percorso, nello stesso tempo riteniamo indispensabile dare concretezza in tempi brevi agli impegni presi per dare un giudizio complessivamente positivo.