Forzatura elettrico: Ursula ascolti le parole di Cingolani

di Pierluigi Bonora

 

“Il nostro obiettivo è produrre le auto più green. Siamo partiti nel 2013 con la prima vettura nata elettrica, la i3, e il processo continua nelle varie declinazioni. Nel 2030 il marchio Mini sarà solo elettrico e, nello stesso anno, il 50% delle nostre vendite riguarderà questo tipo di alimentazione. Alla fine, però, saranno i clienti e la politica a dire quali auto saranno sul mercato. Fino a quando la richiesta di motori a combustione continuerà e le Istituzioni permetteranno a questi veicoli di circolare, noi saremo lì a soddisfare le esigenze del mercato con tutte le tecnologie disponibili”.

 

La recente precisazione di Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di Bmw Italia, sulla strategia seguita dal gruppo bavarese in tema di mobilità ecosostenibile, è senza dubbio razionale, lasciando infatti un buon margine al vero problema di fondo: la platea dei clienti, in senso lato, è pronta al grande salto verso il “tutto elettrico” da qui ai prossimi anni?

 

La Commissione Ue vuole bloccare le vendite delle vetture con motori tradizionali nel 2035Audi ha già annunciato che, addirittura dal 2026, non produrrà più veicoli a benzina e Diesel, salvo qualche eccezione data dai singoli Paesi; Volvo porrà il sigillo ai serbatoi nel 2030 e così anche il marchio Fiat, insieme ad altri).

Ma non sarebbe (capito Ursula von der Leyen & C?) più giusto ragionare allo stesso modo, nel caso specifico, di Bmw? L’auto nasce elettrica e da lì possono derivare le varie declinazioni in base alla domanda, l’opposto di quello che si è fatto nel recente passato. Le Istituzioni, a questo punto, sono chiamate a rispettare il concetto della “neutralità tecnologica” ovviamente legato a doppio filo con la sostenibilità.

Sull’elettrico c’è anche da dire che le imposizioni dall’alto tout court puzzano sempre di interessi, per ora occulti, magari legati a battaglie politico-economiche che prima o poi emergeranno.

Lo stesso ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, non ha avuto problema ad affermare che “non esiste una soluzione unica alla mobilità urbana” e che  “l’auto offre soluzioni promettenti, ma non risolve tutti i problemi nel breve periodo”.

 

Parole di un ministro che, per alcune sue affermazioni, ha scatenato la bufera tra chi (i grillini) aveva spinto più di tutti per ribattezzare il ministero dell’Ambiente con il più aggiornato (e per certi versi demagogico) della Transizione ecologica. La verità, del resto, brucia per chi fa di tutto per manipolarla.

4 Comments

  1. Pietro M. says:

    Comprerò un’auto 100% elettrica quando avranno costruito un po’ di centrali nucleari. Nel frattempo scelgo l’ibrido.

    1. bruo parodi says:

      la gente si convertira al nucleare troppo tardi: ossia quando tutto sara un disastro, manchera energia inflazione alle stelle degrado totale.

    2. El Presidente says:

      Il nucleare tradizionale è ormai fuori dai giochi, ci vuole una decina d’anni per costruire una nuova centrale, i costi sono enormi ed hanno un tempo di ritorno dell’investimento incompatibile con i progressi delle rinnovabili (260 GW di potenza da rinnovabili installata nel solo 2020, in pratica l’equivalente di 50 centrali come quella di Fukushima), oneri di decommissioning stellari e il peso delle scorie e dei materiali radioattivi (coi relativi costi) per decine d’anni (centinaia per alcune componenti). Per il breve-medio periodo c’è una tecnologia pronta, facile, sicura ed economica (rispetto alla costruzione di impianti ex-novo) ed è il sequestro nel sottosuolo della CO2, la cosa più “circolare” che si possa immaginare: si prende il carbonio da dove è stoccato, lo si usa per ottenere energia (o meglio si usa l’idrogeno) e poi lo si rimette dove lo si è preso e dove, non avendo fatto danni per milioni d’anni, continuerebbe a non farne. Gli investimenti sono una frazione rispetto ad un impianto nucleare ex novo di pari potenza, i tempi di messa in opera sono un terzo e quando non serve più resta da decommissionare un impianto di un’ordine di grandezza più piccolo, peraltro largamente riutilizzabile. Peccato ci sia qualche talebano dell’ecologismo che non sa farsi due conti in croce e sotterra una tecnologia per questioni di mero principio …

  2. El Presidente says:

    Uno si aspetterebbe che a mettersi per traverso siano proprio i Costruttori e invece ce n’è un certo numero che addirittura chiuderà ai propulsori tradizionali con qualche anno di anticipo sulle scadenze europee. Dei pazzi o forse sono quelli che frenano ad essere consapevoli di non potere stare al passo?

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